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124 francesco gnecchi

rende conto di tutto e, riassumendo il meglio, ne fa una chiara esposizione; ma, dopo di lui, le Restituzioni non formarono più, per quanto io mi sappia, oggetto di uno studio speciale.

Può darsi quindi che, a un secolo di distanza, uno sguardo generale e sintetico, che tutte le abbracci, presenti ancora qualche interesse, e non abbiano a riuscire affatto inutili alcune considerazioni su quella serie di monete presa nel suo complesso.

Chi scrive non ha menomamente la pretesa di dir cose molto profonde ne di esporre idee molto ardite. Dirà invece cose molto semplici ed esporrà idee molto piane; ma può darsi che la naturalezza valga meglio delle ipotesi artificiose e che la semplicità spieghi meglio d’un ragionamento troppo complicato.


MONETE POSTUME IN GENERE.


Le monete di restituzione, come lo dice il nome, vanno collocate fra le postume, relativamente all’Augusto che viene restituito; e formano anzi uno dei tre gruppi nei quali le monete postume vanno divise. Ci conviene osservare dapprima questi tre gruppi nel loro insieme, onde vederne la concatenazione e la naturale discendenza. Formano il primo gruppo le monete di semplice memoria, il secondo quelle di consacrazione, il terzo quelle di restituzione.

Le monete semplicemente postume, sono quelle coniate da un principe in memoria e ad onore del suo immediato antecessore, e portano da un lato l’effigie del principe che si intende ricordare, dall’altro il nome — raramente l’effigie — di quello che le fece coniare, accompagnato spesso da una data.

Le monete di consacrazione, coniate come le prime dall’imperatore o dal senato, portano al dritto