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Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/213

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il museo bottacin 205

battagliero a cavallo, di Emmanuele Filiberto; il ducato d’oro col simulacro della Madonna di Vico, due ducatoni ed un mezzo ducatone dall’arme, uno scudo di Vercelli col Beato Amedeo, e due mezzi scudi Spadini, uno dei quali contromarcato, ed una lira di Carlo Emmanuele I; un ducatone di Vittorio Amedeo I; la doppia da due di Maria Cristina, tutrice dell’infante Francesco Giacinto; un quarto di ducatone della seconda reggenza di quella principessa, sfuggito alle diligenti ricerche dell’esimio Commendatore (Tav. IV, n. 2); lo zecchino dell’Annunziazione, nonché la sua metà, di Carlo Emmanuele III, ed altre belle cose in tutti i metalli, che oltrepassano il numero di cento pezzi.

Di questa stessa zecca evvi poi un denaro piccolo tornese di Filippo principe d’Acaia.


Asti.


Venendo alle minori zecche del Piemonte, e procedendo per ordine approssimativo di anzianità, incontriamo Asti che da Corrado II ebbe il privilegio della moneta, e tenne zecca operosissima, in fuori di qualche breve interruzione, pel corso di tre secoli e mezzo, come dimostrò con altro lodatissimo dettato il predetto signor Commendatore. Ma, quantunque codesta zecca vanti numerosi monumenti, sono dessi per la massima parte rari, e pochi ne serba questo museo, per cui limiterommi a citare la pregevole parpagliola dalla croce del re Lodovico XII, ed il cavallotto del principe Emmanuele Filiberto.


Alessandria.


Delle sole tre monete finora conosciute, lavorate entro le mura di questo forte propugnacolo d’Italia, evvi la ossidionale da dieci soldi, di schietto rame, fatta battere dal governatore marchese di Caraglio, in distretta di numerario, mentre eravi bloccato dal generale Maillebois, nell’anno 1746; e per di più sia ricordata la non rara medaglia colla effigie del re Carlo Emmanuele III, commemorativa di quell’assedio.