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la cronologia delle monete di nerone, ecc. 291

fattura non possiamo citare nessun altro sesterzio, ma possiamo bene citare un dupondio riportato nella tav. I n. 9 e alcuni sesterzii, la cui dipendenza da questo è indiscutibile. Tali sono i sesterzii n. 10, 11, 13 della tav. 1, ai quali va unito il dupondio n. 12 della stessa tavola.

Un asse coi capelli che ricordano assai da vicino quelli dell’aureo n. 7 della tav. I appartiene alla collezione Santangelo, ed è certamente dello stesso tempo (tav. I n. 14). L’artista di fronte alla difficoltà di esprimere il rialzo dei capelli, ingegnosamente dispone le linee in modo da indicare che non sono i soliti capelli scendenti sulla fronte.

I numerosi ritrovamenti di monete fatti a Pompei ci offrono un considerevole numero di esemplari col tipo della testa a sinistra dai capelli in giù, ma coi lineamenti di Nerone degli ultimi anni. Se si considera che il tipo col globetto è così raro nei trovamenti di Pompei, da essere pressoché sconosciuto e che il tipo della riforma abbonda notevolmente, potremo fin da ora tenere per indubitato che queste monete col capo a sin. abbiano avuto al loro apparire una scarsa coniazione, la quale divenne abbondante negli ultimi anni. Un esame superficiale di queste monete rinvenute a Pompei dissipa ogni dubbio. Le forme del capo sono assai sviluppate, il collo taurino arriva a tale esagerazione, che quasi non si può dire dove incominci, l’estremità del mento è sporgente, fino a trovarsi sulla linea del naso, lo sguardo feroce e gli occhi infossati (tav. III n. 11-15).

Da una statistica delle monete di Nerone appartenenti alle pubbliche collezioni di Napoli, di Santangelo e a quella privata di Francesco Gnecchi, nonché ai depositi del Museo Nazionale formati di monete di provenienza pompejana, risulta che queste monete sono assai scarse rispetto a quelle della Riforma, perchè abbiamo avuto i seguenti risultati: