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478 | francesco malaguzzi |
della sua lunga devozione e attaccamento alla causa dell’impero, riceveva dall’imperatore Massimiliano di Germania favori e privilegi, sui quali conviene che c’intratteniamo un poco. Con privilegio del 19 ottobre 1494 l’imperatore concedeva a Giovanni e al figlio di questi, Annibale, di essere annoverati fra i conti del sacro palazzo, dava loro facoltà di creare cavalieri, notai e giudici ordinari, di legittimare e nobilitare figli naturali (e Giovanni ne aveva parecchi), di aggiungere al proprio stemma l’aquila imperiale, di coronare d’alloro dottorale legisti, artisti, poeti e medici, e finalmente concedeva loro «facultatem cudendi seu cudi faciendi monetas in civitate Bononiae stampe, cunei, nominisque vestri ubicumque locorum cum omnibus juribus, privilegis, praeminentijs, exemptionibus, praerogativis, immonitatibus, quibus aliis tales fabbricatores et magistri monetarij in Imperialibus fabricis et cecchis vocentur et fruuntur1„. Il Bentivoglio si valse tosto del privilegio e fece battere le note monete con effigie e insegne proprie. Il Gozzadini aggiunge ch’egli nel 1497 fece fabbricare un palazzo destinato all’officina monetaria nel luogo medesimo ove sorge l’attuale fabbricato del 1578 circa. Ma nelle nostre ricerche non trovammo la riconferma di questa notizia: i contratti di appalto ricordano solamente che i maestri di zecca pagavano l’affitto della casa che occupavano al Bentivoglio e non è improbabile che l’officina fosse a poca distanza dalla piazza, nelle cui vicinanze era stata per tanto tempo, fin dal secolo XIII.
A quale artista appartengono le belle monete del periodo di Giovanni II?
Son note le parole del Vasari nella biografia
- ↑ G. Gozzadini, Memorie per la vita di Giovanni II Bentivoglio, pag. 106, ecc. e doc. LXII, ivi.