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rallegrata col suo sorriso, e le LL. MM. d’aver reso maggiormente solenne questo giorno col loro grazioso intervento.

E chiudo le mie brevi parole invitando tutti ad acclamare in una sola volta alla scienza, alla patria, al Principe, alla Regina ed al Re.

Chiuse il Dott. Solone Ambrosoli, Direttore del Gabinetto Numismatico di Brera, col discorso seguente:

Maestà, Altezze Reali, Egregi signori,

Il periodo storico al quale il Castello Sforzesco deve la sua ricostruzione e la sua caratteristica, — la seconda metà cioè del secolo XV, — coincide col periodo più splendido per la numismatica milanese.

Con Francesco Sforza, infatti, incomincia a comparire il ritratto del principe sulle nostre monete.

Con Galeazzo Maria, possiamo seguire la transizione dal Medio Evo al Rinascimento, quella «evoluzione dell’arte» che Luca Beltrami ha magistralmente dimostrata per le sculture del Castello, e che nella numismatica qui si estrinseca mediante l’impiego dei rinnovellati caratteri classici per le inscrizioni, talchè le monete di Galeazzo si potrebbero riordinare cronologicamente in due serie, la prima a caratteri gotici, la seconda a caratteri romani. Ma già nella prima serie, per quanto ancora avvinta al passato nelle forme grafiche, la rappresentazione figurata si svincola dalle pastoie medioevali: due monete di Galeazzo presentano un rovescio immaginoso e vivacemente tradotto dal bulino: Sant’Ambrogio che flagella un gruppo di guerrieri fuggenti; anzi, in una di queste monete, il santo li insegue impetuosamente su di un focoso destriero.

Con Bona di Savoia, e soprattutto con Giangaleazzo Maria Sforza e Lodovico il Moro, tocchiamo infine al colmo della perfezione; la moneta con la testa soavissima del duca giovinetto e con l’accigliata effigie del tutore essendo ad esempio un vero gioiello d’arte, paragonabile alle monete greche, e, per dirla con una frase manzoniana, di diversa, ma non d’inferiore bellezza.

A questa coincidenza di periodi, corrisponde una singolare coincidenza tra la decorazione del Castello e la numismatica; per cui gli stessi motivi artistici che incontriamo ad ogni istante sulle monete, si ripetono sugli affreschi delle sale, e principalmente nei bassorilievi delle targhe numerosissime che ornano le colonne, i leggiadri capitelli pensili e le serraglie delle vòlte del vasto edificio, del porticato medesimo ond’è ricinto il cortile di questa Rocchetta dove la Società Numismatica Italiana, di cui S. A. R. il Principe si è degnato di accettare la presidenza onoraria, ha oggi, — per cortese concessione del Municipio, — la fortuna d’inaugurare con la Vostra presenza la propria nuova sede.

Mi sia quindi permessa una rapida rassegna dei bassorilievi.