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54 luigi frati

nei giorni appresso a sospendere dazii e gabelle, a diminuire i prezzi delle carni, del vino e d’altri generi.

Le monete gettate al popolo dal Datario di Giulio sono le due riportate nella Tav. I ai n, 2 e 3; l’una in oro del valore di un ducato, del peso di grammi 3,40, l’altra in argento del valore di un bolognino e del peso di gr. 1.30; l’una e l’altra avente nel diritto l’arme del Pontefice sormontata dal triregno e dalle chiavi decussate, e la leggenda: IVLIVS · II · PONT · MAX., e nel rovescio BON · P · IVL . A · TIRANO · LIBERAT’ (Bononia per Julium a tyranno liberata) colla figura in piedi di s. Pietro, che tiene le chiavi nella d. e il libro nella s. Il Cinagli1, oltre le indicate due monete, riporta eziandio il mezzo grosso, colle stesse leggende e cogli stessi tipi, se non che la figura di s. Pietro è detta seduta, anziché in piedi. Non so indurmi veramente a prestar fede all’esistenza di questa moneta, stantechè il cerimoniere Paride Grassi, che le fece coniare, siccome vedremo, non parla nel suo Diario che di due sole, de utroque numismate; tuttavolta per accertarmi dell’indicata varietà di tipo e del peso, se veramente rispondente a un mezzo grosso, non ho omesso di fare reiterate ricerche per conoscere in quali mani era trapassata detta monetuccia dalla raccolta Briganti-Bellini di Osimo, dove si trovava a’ tempi del Cinagli; ma finora non mi è riuscito di scoprirne notizia; laonde sarei oltremodo grato al fortunato possessore di essa, se mi fosse cortese dei desiderati ragguagli.

Quanti hanno parlato di queste monete, e biografi del Francia, e scrittori d’arte e numismatici insigni, tutti ad una voce ripetono che sono desse opera del Francia; e ciò sulla fede del Vasari, che primo diffuse questa notizia nella vita di lui. Ecco le sue parole: " Tenne continuamente mentre che e’ visse la Zecca di Bologna: et fece le stampe di tutti i conij per quella, nel tempo che i Bentivogli reggevano; et poi che se n’andarono, ancora mentre che visse Papa Julio, come ne rendono chiarezza le monete che il Papa gittò nella entrata sua; dove era da una banda la sua testa naturale e dall’altra queste lettere: Bononia per Julium a tyranno liberata. Et fu talmente tenuto eccellente in questo

  1. Le Monete de’ Papi. Fermo 1848, in-fol., pag. 74, n. 65.