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miscellanea numismatica 95

per molti esemplari di tale moneta, nei quali il conio nuovo di Cattaro non bastò a cancellare le traccia precedenti del sesino: e che qui si tratti di sesini falsi e non dei genuini è prova lo schietto rame onde sono formati cotali pezzi. Non potendosi ammettere che il Rettore di Cattaro abbia operato in tale guisa senza il consenso del governo dal quale era investito, è giocoforza supporre che la Repubblica, effettuando il bando dei sesini nell’anno 1603, ordinasse una separazione dei buoni dai cattivi, e cedesse questi al Molin acciò se ne servisse per improntare le monete onde abbisoghava la provincia da lui governata. Ebbe luogo adunque una vera riabilitazione per questi poveri condannati, i quali, sotto la guarentigia di due sacre immagini poterono nuovamente arrischiarsi nel consorzio degli onesti. In questa vicenda, che dirò drammatica, dei falsi sesini, avvi un insegnamento morale, imperocché non sono essi dissimili da certi messeri i quali, per quanto facciano, non arrivano a cancellare la loro colpevole origine sotto gli orpelli coi quali tentano confondere l’altrui giudizio.

Fra le numerose contraffazioni di tal genere, avvene una nella quale le solite rappresentazioni della croce pomata o pisana e del leone in soldo, sono accompagnate dalla leggenda: non nobis domine sed — nomini tvo da gloriam, divisa sui due lati. Usai da lungo tempo di collocare codesta imitazione fra le monete di Messerano, perchè il motto: Non nobis domine non nobis sed nomini tuo da gloriam, era particolare ai Ferrero di Biella che redarono il principato di Messerano dai Fieschi di Genova, accompagna la loro arme e leggesi in molte monete di essi. Restai perplesso vedendo che due illustri autori, in recenti pubblicazioni, abbiano assegnato questo sesino alla zecca di Frinco1. Cresce peso a questa opinione la circostanza che nella varietà recata dal sign. Morel-Fatio, il libro, ovvero scudo, che stringe fra le branche il leone, vedesi caricato di tre mazze poste in palo. Ben lontano da me il pensiero di voler porre in dubbio l’esattezza di quel dettaglio, il quale, essendo tale, dà piena

  1. Promis, Monete dei Radicati e dei Mazzetti. — Morel-Fatio, Monnaies inédites de Frinco. — Revue Numismatique N. S. T. X. (1865), pag. 269-284.