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100 francesco malaguzzi

La costruzione del nuovo palazzo destinato alla zecca e che rimane tuttora, rimonta al periodo a cui siamo giunti colla nostra storia. Crediamo interessante ricordare in breve le vicende di quella costruzione perchè i documenti inediti che raccogliemmo ci permettono di demolire ancora un errore e di rimettere le cose a posto.

Il 23 marzo 1577 il Senato " nonnulis gravissimis causis adductus „ veniva nella decisione di rinunciare alla casa all’insegna del Leone in via Clavature che dal gennaio 1569 serviva per uso d’officina monetaria, e dava incarico agli Assunti alla zecca di trovare un altro luogo meglio adatto1. La vecchia officina probabilmente non poteva più servire al grande e quasi continuo lavoro, per le esigenze sempre crescenti de’ nuovi tempi che reclamavano grandi coniazioni e l’opera di moltissimi operai con nuovi e perfezionati arnesi.

Gli Assunti scelsero come località del nuovo edificio il centro della via a S. Felice e incominciarono coll’acquistarvi alcune case dalla famiglia Pellegrini e da una Antonia Pesci vedova di Ercole Baldi per abbatterle e su quell’area inalzare il nuovo fabbricato2. A sede provvisoria dell’officina monetaria durante la nuova costruzione fu presa in affitto una casa dal conte Girolamo Pepoli della quale ignoriamo la località. L’architetto della nuova fabbrica che, come notammo, rimane tuttora, e presenta all’esterno l’antica veste di quel tempo senza superfetazioni, non fu nè il Tebaldi nè il Terribilia (Antonio Morandi), come fu ripetuto dalle guide di Bologna fin qui, ma Scipione Dattari, allora ingegnere del Comune e ricordato per lavori architettonici e idraulici per lungo

  1. Partiti, 24, c. 35 r. e V. e 25, c. 51, v.
  2. Istrumenti e scritture, 1578, 29 gennaio, 1583, 12 maggio.