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annotazioni numismatiche genovesi 119

questo punto. Piuttosto, potrebbe far meraviglia la mancanza delle sigle del zecchiere: ma anche per questo basterà una occhiata alle Tavole, per apprendere che dal 1625 al 1633, le sigle non sono mai segnate: fatto questo, che si ripete in altri periodi sebbene più brevi. E se ciò non bastasse, aggiungerò che il titolo è basso, come quello che corrisponderebbe al valore di un cavallotto in quell’epoca, per cui è da confermarsi la nota che in quel senso ma dubitativamente vi avea segnato l’Avignone.

L’importanza eccezionale del pezzo è evidente trattandosi di moneta unica; ma è anche questa l’unica volta, che troviamo rappresentato su moneta Genovese la figura di questo Santo, che già, come i numismatici non ignorano, figurava sopra una medaglia fusa nel 1625, per la cerchia delle nuove mura1. Questa medaglia, riposa ora in quella collezione Castagnola alla Spezia, in compagnia di tanti preziosi pezzi che costituiscono una vera ricchezza numismatica ma inutile, sia ai proprietari che agli studiosi.

Se la medaglia del 1625 non poteva ragionevolmente bastare per far comprendere questo Santo nell’elenco agiologico delle zecche Italiane, lo può e lo deve il presente cavallotto già compreso fino dal 1890 nelle nostre tavole, e qui specialmente illustrato e disegnato. Nè tacerò, che questa pubblicazione mi fu più che altro suggerita dal dubbio, che a molti potesse facilmente passare inosservata la descrizione della moneta nelle Tavole. E per vero, bisogna consultarle con molta attenzione per trovarlo, come ha fatto un dotto investigatore delle memorie riferentisi al nostro Santo Abbate, il Padre Ianau-

  1. V. Olivieri, Un medaglione storico Genovese. Genova, 1862. Sordo-Muti.