Pagina:Rivista italiana di numismatica 1898.djvu/21

Da Wikisource.

la numismatica delle isole del mar libico 19

da considerare come determinata principalmente dalla destinazione commerciale: e così si spiega come le monete di Melita con leggenda fenicia si sian trovate in gran numero a Tunisi (Swinton in Mayr, p. 20, n. 2).

E qui cade in acconcio di discutere su di una massima, di cui ha fatto applicazione anche il Mayr, e che viene generalmente ammessa da’ numismatici: cioè, che le monete siciliane con leggenda punica sian da considerare come anteriori alla dominazione romana. È la massima di cui ha posto il fondamento l’Eckhel colle parole “Punici erant quoniam Poenorum lingua inscripti et eorum certe imperio in insula signati sunt (D. n. I 1792, p. 229).„ Così, ad esempio, si ammette che le monete panormitane colla leggenda ציץ, siano state coniate sino al 264, non un anno più tardi (v. Head, h. n. 142 seg.). Per contro, l’esempio di Melita e di Gaulos — lasciando da parte la numismatica della costa d’Africa — dimostra che la dominazione romana non escludeva una monetazione punica, come non aveva esclusa quella ellenica, e non si posson vedere le ragioni per cui i Romani avrebbero dovuto impedire negli antichi territori cartaginesi di Sicilia quel che non impediva ne’ territori cartaginesi fuori di questa isola. I rapporti commerciali tra la Sicilia e l’Africa non potevano essere troncati dall’esito di una guerra, e se si ammette, com’è ragionevole ammettere per le isole del Mar Libico, che la leggenda potesse anche qui esser determinata dalla destinazione commerciale, non si hanno ragioni per negare che possa essere esistita in Sicilia una monetazione con leggenda punica posteriore al 241 a. G. C.


G. M. Columba.