Pagina:Rocca - I martiri di Curtatone e Montanara.djvu/19

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XVI

mente operato mercè la saggezza del valoroso ed invitto Espugnatore, il compianto Duca di Genova. Nel giorno seguente Carlo Alberto, ben disposto a battaglia, potè respingere vittoriosamente il nemico, e dalle alture di Somenzari inseguirlo, di maggiori perdite danneggiandolo; sicchè il Rath, comandante della fortezza, e il più prode fra i difensori della medesima, maggiore Ettinghausen, alle ore 4 pomeridiane dovettero, loro malgrado, venire ai patti della resa.

In quest’altra splendida pugna, il magnanimo Re, sempre presente, ed intrepido tra il fuoco de’ moschetti e delle artiglierie, fu colpito ad un orecchio da una scheggia di bomba, e Re Vittorio Emanuele, allora Duca di Savoja, che colla voce e coll’esempio animava i soldati slanciandosi nei luoghi di maggiore pericolo, rimaneva ferito da una palla in una coscia.

E la Storia imparziale lo segnava nell’eterno volume, aggiungendo ai gloriosi fasti d’Italia la presa di Peschiera e la vittoria di Goito.

(3) Mi è caro chiudere queste umili pagine col far parola d’un Comitato di 17 rispettabili cittadini e compagni d’arme dei caduti, che fino dal 1867 fu eletto in Firenze, per raccogliere i mezzi necessarii all’erezione d’un Monumento commemorativo sui campi di Curtatone e Montanara. Il disegno è del valente Architetto Sig. Giuseppe Poggi, che fu pure tra i combattenti. Oltre i privati, molti Municipj di questa bella parte d’Italia concorsero all’opera santa e pietosa, tra i quali, con deliberazione del 9 aprile scorso, il Municipio di Lucca, cui specialmente raccomandai la mesta elegía che m’inspirava chi per tanta carità di patria fu spento, e che nel nome d’Italia ho compiuta.