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Pagina:Roma Antica 4.djvu/28

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16 DISCORSO

faccia luna all’altra, la sedente alla sedente, e l’inpiedi all'inpiè, e sono grandi circa un palmo e un quarto. I vasi cinque, due nel lato destro, uno nel lato manco, e uno dappiè a sinistra dell’entrata, dì forma e di proporzione diversi, e ciascheduno posato sopra il suo zoccolo. L’ordine col quale stanno tanto quelle che questi è lo stesso de’ numeri notati con differente serie sotto le une, e gli altri facendosi dalla sinistra all’entrare. La volta è riquadrata anch’ella nella sua parte inferiore da due come liste profilate pur di varj colori, e distanti l’una dall’altra intorno a un palmo e mezzo. In mezzo della medesima nella più alta parte vi è un altro riquadramento doppio della stessa fattura, dentro il quale è probabile esservi stata o l’imagine di [Tom. 1 pag. 407] C. Cestio, come essere stata opinione del Bosio si ha nella Roma sotterranea, o qualche altra pittura guastata poi da chi o con la solita speranza di trovar qualche tesoro, o per altro facendovi una rottura, la quale occupa quasi tutto lo spazio di mezzo, tentò di farsi l’adito alla parte superiore della Piramide. Nello spazio che rimane fra i riquadramenti superiore ed inferiore vicino a quattro angoli del primo, si veggono altrettante figure di donne alate affatto simili, e di grandezza circa un palmo e mezzo, le quali tengono nella destra una corona, e nella sinistra un serto. E perchè troppo lungo sarebbe stato, e quasi impossibile il descrivere esattamente gli abili tanto di esse che dell’altre quattro figure, le cose eh" elle hanno in mano e l’altre circostanze necessarie a sapersi da chi voglia investigare quello a che abbiano allusione questa pitture, ho stimato bene di descriverle al vivo nelle tre carte, che dovranno accompagnare il presente discorso; la prima delle quali rappresenta la metà della stanza, com’ella è per r appunto, e l’ordine, e la disposizione delle cose in essa dipinte, l’altre due, i vasi e le figure in grande disegnate con quella maggior diligenza, che si è potuto, e sopra tutto con ogni fedeltà, massimamente in quelle cose; le quali possono alterare le conghietture degli uomini eruditi circa l’investigazione de’ riti antichi. Onde io non mi son voluto fidare in ciò del mio proprio parere, ma ho procurato, che dove era manchevole la pittura, o per