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la roma sotterranea cristiana 15

L’Area terza, la quale può dirsi continuazione della seconda, ad occidente, subì le istesse devastazioni e saccheggi d’ingordi scavatori del secolo decimosettimo. La inusitata forma però de’ suoi cubicoli offre all’accorto A. un nuovo periodo del sotterraneo svolgimento cimiteriale. Nota infatti che la via principale di quest’Area, con il prolungamento della via che congiunge le prime due zone, e poi volge ad angolo verso occidente, divenne l’arteria principale di questa terza regione. Se dunque cotesta arteria non è che lo svolgimento e prolungamento delle altre due vie, bisogna ben ammettere la contemporaneità di questa terza Area con la seconda.

Scese già il dotto illustratore (cap. V e VI) in questa terza regione, quando volle additarci il sito preciso, ove induttivamente provò essere stata deposta l’eponima eroina di questa necropoli, appena subito il martirio: e allora parlò anche della classica rotonda degli Eutichii. Or dunque non gli rimane a dire di questa squallida e saccheggiata regione rispetto ai monumenti, che di un doppio cubicolo scopertosi recentemente. Questo illustra; e dai dati che gli offre ne fissa l’origine nella prima metà del secolo IV. E infatti, quelle epigrafi che vi si leggono con la terminazione di antico sapore: in pace, in christum; e il ripetuto monogramma occulto del signum christi () non ti ricordano i tempi della orrenda Dioclezianea persecuzione? Vero è che vi si incontra pure il monogramma svelato costantiniano () ma ciò non prova altro che questo sacro recesso continuò ad esser mortuario asilo dei cristiani anche dopo la vittoria della Croce.

Peraltro, se per la parte monumentale nulla offre questa zona, o area, di singolare, vi trova bensì il dotto nostro Archeologo una singolarità tutta propria di lei: la forma speciale architettonica delle sue cripte.

Sono coteste infatti costruite a guisa d’emiciclo poligonale, cruciformi con loro abside; e coperte di volta rotonda. Questa singolarità di costruzione non potea certo fuggire alla mente perspicace del de Rossi il quale dalla oscurità, direi, istessa, sa trarre luce e argomenti a rendere istoria e vita a questi sacri e venerandi recessi.

Ei si domanda dunque (cap. XVIII): quando principiò a prevalere cotesto novello tipo di architettura; qual ne fu l’uso e lo scopo? E risponde (con un’ampiezza di erudizione e critico ragionamento, cui io non so tener dietro) che cotesta forma segna l’ultima fase architettonica nel generale svolgimento della grandiosa necropoli Soteriana: e scende ai fatti. Com’è indubitato che le regioni, seconda e terza, sono il prolungamento e la continuazione della prima; così cotesta forma, alla semplice e rettilinea dominante nella prima, pre-