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64 la roma sotterranea cristiana


Finalmente il ch. A. con dimostrare quanta cura ebbe s. Damaso di conservare i prisci monumenti, secondo il prescritto delle leggi imperiali, che volevano interdetta l’idolatria, ma intatti gli edifici, termina questo 3.° tomo della sua Roma sotterranea.

Che se io tentai, spigolando il dotto Volume, coglierne il più bel fiore, sento altresì che le mie forze non sono riuscite bastanti nè adequate al buon volere. Ma sarebbe malagevole assai, io credo, a chi volesse tutta, in poche pagine, raccorre e delineare, come in una pitturetta fiamminga, la svariatissima scena di tanti sepolcri e di tanti eroi del Cristianesimo, che il dotto de Rossi ivi ti dipinge ed illustra; e con tale una chiarezza, verità ed istorica esattezza, che per poco non ti sembra di vedere, anzi di percorrere con lui, quegli oscuri e laberintici recessi.

Il 1.° e 2.° libro contiene infatti una profonda analisi storica; che il ch. Autore, al lume dei monumenti, massime epigrafici, studiati in relazione alla cronologia e a’ fatti, fa di tutta la immensa quadripartita Necropoli di santa Sotere, e dell’Arenaria d’Ippolito: intanto che il dotto fratello, prof. cav. Michele Stefano, rileva dell’una e dell’altra la pianta generale in tutte le sue tortuose ed intrigate gallerie; e, nell’Appendice architettonica, e fisica, che va di corredo a questo 3.° volume, spiega il modo tecnico, ossia direttivo, tenuto dai fossori nell’aprirvi que’ vasti ed immensi laberinti.

Nel 3.° libro svolge con amplissima trattazione, tra gli altri, un nuovo argomento: il cimitero, vo’ dire, di Callisto costruito sopra terra, in relazione del sotterraneo omonimo. Dal quale studio comparativo viene a stabilire un criterio sintetico e generale intorno alla costante relazione dei sotterranei con i loro, sovrapposti all’aperto cielo. Sintetico principio, che andò confermando con l’esame e confronto dei moltiplici e svariati oggetti raccolti nei due Cimiteri.

Tra cotesti oggetti poi essendosi rinvenute alcune ampolle vitree, rosseggianti ancora di sangue; offrirono queste, come monumento assai importante per la istoria dei martiri, al professore fratello bella occasione a dissertare sulla conservazione delle materie organiche ed animali nelle catacombe Romane; concludendo, in prova della verità del rosso sanguigno delle ampolle sepolcrali, che «nei sepolcri delle romane Catacombe, lungi dall’essere impossibile la conservazione delle sostanze organiche»; la natura del terreno più presto la favorisce. E cotali osservazioni, per non dire di altre verità sperimentali dedotte dallo studio della natura terragna dei sotterranei Cimiteri; espone l’egregio cav. Michele nella sua ricor-