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scoppiato nel Caucaso a Bakou, e tenne lungo tempo anelante tutta la Russia. Ma a loro volta, gli avvenimenti del dicembre a Bakou non erano che un ultimo e vigoroso rampollo dei grandi scioperi generali che nel 1903 e 1904 avevano scosso, come un periodico terremoto, tutto il mezzogiorno della Russia, ed il cui prologo era stato lo sciopero generale di Batum, nel Caucaso, il marzo 1902. Ed infine, questo primo movimento di sciopero generale nella catena continua dell’eruzioni rivoluzionarie non è a sua volta separato che per cinque o sei anni dallo sciopero generale degli operai tessitori di Pietrogrado, nel 1896 e 1897. E se il movimento d’allora sembra separato dalla Rivoluzione d’oggi, per alcuni anni di apparente calma e di reazione energica, chiunque conosca l’evoluzione politica interna del proletariato russo sino al grado attuale di coscienza di classe e di energia rivoluzionaria, farà incominciare da questi scioperi generali di Pietrogrado la storia del periodo attuale della lotta di classe. Essi avevano inoltre, per il problema dello sciopero generale, un’altra importanza: contenevano di già in germe tutti gli elementi principali dei successivi scioperi generali.
VII.
Anzitutto, lo sciopero generale del 1896 a Pietrogrado si presenta come una lotta parziale puramente economica, per questione di salario. Esso aveva per causa le intollerabili condizioni di lavoro dei filatori e dei tessitori di Pietrogrado; giornate di 13, 14 e 15 ore, salario miserabile, inoltre tutto il repertorio delle più indegne vessazioni padronali. Eppure gli operai avevano sopportato lungo tempo questa situazione, finchè un incidente, in apparenza minima, non fece passare la misura.
Nel maggio 1896, in occasione dell’incoronamento — rimandato da due anni per paura dei rivoluzionari — dello czar Nicola II, i padroni diedero prova di zelo patriottico con l’imporre agli operai tre giorni di forzata disoccupazione, ma rifiutarono di pagare i salari di queste tre giornate. Gli operai tessitori, irritati, si posero in movimento e decisero lo sciopero per rivendicare: il pagamento delle tre giornate di forzata disoccupazione, l’orario di 10 ore, l’aumento del salario.
Questo succedeva il 24 maggio. Una settimana dopo, le tessiture e filature erano tutte chiuse e 40.000 operai scioperavano. Oggi, questo avvenimento può sembrare lieve in confronto dei vasti scioperi generali della Rivoluzione. Ma nella Russia politicamente arretrata di quell’epoca, uno sciopero generale era cosa inaudita, una rivoluzione in pic-