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della lotta rivoluzionaria ed ogni modificazione nei rapporti delle forze in lotta, nello sviluppo del Partito e nella separazione delle classi, nella posizione della contro-rivoluzione, agisce immediatamente, per mille vie invisibili ed incontrollabili, sull’azione dello sciopero. Ma con ciò, questa azione stessa non si arresta un istante. Essa è la pulsazione vivente della Rivoluzione e nello stesso tempo il suo mezzo più potente. In una parola, lo sciopero generale, quale ci è mostrato dalla Rivoluzione russa, non è un mezzo ingegnoso inventato per dare più forza alla lotta proletaria; esso è il modo di movimento della massa proletaria, la forma di manifestazione della lotta proletaria nella rivoluzione.

Da ciò si possono dedurre alcuni criteri d’indole generale per giudicare il problema dello sciopero generale.

1. - È assolutamente contrario ai fatti l’imaginarsi lo sciopero generale come un atto o un’azione particolare. Esso è, al contrario, il riassunto di tutto un periodo di lotta di classe, che può durare anche dozzine di anni. Nel numero infinito degli scioperi generali, così diversi, che si sono avuti in Russia durante gli ultimi quattro anni, lo schema dello sciopero generale considerato come un atto unico, corto, provocato ed eseguito secondo un dato piano ed un dato metodo, non si applica esclusivamente che ad un genere, e secondario: lo sciopero di protesta.

Durante l’ultimo periodo, noi vediamo in Russia un numero molto scarso di scioperi in tal genere e, cosa da notarsi, limitati ordinariamente ad una città. Tali furono: lo sciopero generale del Primo Maggio a Varsavia ed a Lodz (nella Russia propriamente detta, fin qui il Primo Maggio non è stato celebrato nelle proporzioni notevoli dello sciopero); lo sciopero di Varsavia l'11 settembre 1905 per i funerali dell’impiccato Martin Kasprzak: quello del novembre 1905 a Pietrogrado, come protesta contro la proclamazione dello stato d’assedio in Polonia ed in Livonia; quello del 22 gennaio 1906 a Varsavia e nel bacino minerario di Dombrova per l’anniversario del massacro di Pietrogrado. Ricordiamo anche, nel luglio 1906, uno sciopero generale a Tiflis, come manifestazione di simpatia a favore dei soldati condannati per rivolta militare; uno, infine, nel settembre 1906, per una causa analoga, a Reval.

Tutti gli altri scioperi generali, grandi e parziali, non erano manifestazioni, ma lotte, e come tali, prodotti spontaneamente, sempre per cause speciali, fortuite, locali, senza piano nè metodo: ingranditi, con la potenza di un fenomeno naturale, fino alle proporzioni di movimenti dif