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ziesca, che considera la Rivoluzione esclusivamente attraverso i disordini delle strade e le sommosse, il socialismo vede anzitutto nella Rivoluzione una profonda trasformazione interna nei rapporti sociali delle classi. E da questo punto di vista, tra la rivoluzione e lo sciopero generale v'ha un tutt’altro rapporto che quello constatato nell’osservazione triviale che lo sciopero generale metta capo ordinariamente all’effusione di sangue.
IV.
Noi abbiamo già visto come il meccanismo interno dello sciopero generale in Russia si basi sull’azione-reazione reciproca costante fra la lotta politica e la lotta economica. Ma precisamente, quest’azione reciproca dipende dal fatto rivoluzionario che ciascun piccolo conflitto parziale fra capitale e lavoro può ingrandire fino ad un’esplosione generale. In Germania, avvengono tutti gli anni, tutti i giorni, i più violenti e brutali conflitti fra padroni ed operai senza che per ciò la lotta varchi i limiti del mestiere interessato o della città o dell’officina isolata. I conflitti sindacali che in Russia hanno provocato movimenti generali, in Germania sono all’ordine del giorno. Eppure, nessuno di quest’incidenti si trasforma in azione comune di classe. Ed anche se qua e là ingrossano per se stessi sino a scioperi in massa, aventi indubbiamente un carattere politico, non provocano ancora alcun uragano universalizzato. Lo sciopero generale dei ferrovieri olandesi, che a dispetto delle più calde simpatie, intisichì in mezzo all’inerzia completa del proletariato d’Olanda, ce ne fornisce una prova impressionante.
Eppure, non è che in periodo rivoluzionario, quando le fondamenta sociali e le muraglie della società si screpolano e si fendono continuamente, che ogni azione politica di classe intrapresa dal proletariato può in qualche ora strappare alla loro immobilità strati della classe operaia sino ad allora inerti; ciò che naturalmente avviene in ogni lotta economica profonda e tempestosa.
L’operaio, scosso dall’urto elettrico di un’azione politica, si attacca anzitutto, nel primo momento, a quanto percepisca più immediatamente: la difesa contro una schiavitù economica. Il gesto violento della battaglia politica gli fa d’un colpo sentire, con una intensità imprevista, il peso e la pressione delle catene economiche. E mentre, ad esempio, la lotta più violenta che si abbia in Germania: la lotta elettorale o la lotta parlamentare a proposito delle tariffe doganali, appena esercita una influenza diretta ed apprez-