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il Partito, ciò dipende da una profonda ignoranza dell'ufficio dei Sindacati nella lotta generale per l'emancipazione della classe operaia.

Questa teoria dell'azione parallela del Partito Socialista e dei Sindacati e della loro «eguaglianza di diritti» non è tuttavia un'invenzione campata nell'aria: essa ha le sue radici storiche. Essa riposa infatti sopra una illusione attinente al periodo tranquillo e normale della società borghese, durante il quale la lotta politica del Partito socialista sembra ridursi alla lotta parlamentare. Ma la lotta parlamentare, che fa il complemento ed il «pendant» della lotta sindacale, è precisamente come quest'ultima una lotta condotta esclusivamente sul terreno dell'ordine sociale borghese. Essa è, per natura, un lavoro di riforme politiche, come la lotta sindacale è un lavoro di riforme economiche. Essa rappresenta un lavoro politico nel presente, come l'altra un lavoro economico. Anch'essa non è che una fase, che un grado nell'insieme della lotta di classe proletaria, il cui scopo finale sorpassa egualmente e la lotta parlamentare e la lotta sindacale. La lotta parlamentare sta, anch'essa, alla politica socialista nella proporzione della parte al tutto, esattamente come la lotta sindacale. Il Partito socialista è precisamente oggi il punto d'incontro della lotta parlamentare e della lotta sindacale, in una lotta di classe mirante alla distruzione dell'ordine sociale borghese.

La teoria dell'«eguaglianza di diritti» fra i Sindacati ed il Partito socialista non è dunque una semplice ignoranza teorica od una confusione di termini: ma una vera e propria espressione della tendenza ben conosciuta di quell'ala opportunista del socialismo che vuole limitare la lotta parlamentare, la lotta politica della classe operaia e trasformare la democrazia socialista da Partito proletario rivoluzionario in un Partito riformista piccolo-borghese. Se la democrazia socialista accettasse la teoria dell'«eguaglianza dei diritti», dei Sindacati, essa accetterebbe così in modo indiretto e tacitamente la trasformazione, alla quale da tanto tempo tendono i rappresentanti della tendenza opportunista.

Eppure, un tale spostamento di rapporti in seno al movimento operaio, sarebbe impossibile in Germania, più che in qualunque altro paese. Il rapporto teorico, che fa dei Sindacati una semplice parte della democrazia socialista, ha in Germania la sua dimostrazione nei fatti, nella pratica vivente; vi si manifesta in tre sensi.

1. I Sindacati sono un prodotto diretto del Partito socialista: questo ha creato il movimento sindacale, ha