Pagina:Rosati, Pietro – Carmina, 1887.djvu/19

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ornithogonia. 15

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Chi rece suole, o qual chi mollemente
Baci liba, con rapido v’infonde
Sforzo il gradito pasto. Ella l’accoglie
Dalla diletta bocca, e il gaudio, l’ale
Tremolando, gli pande con leggiero
Susurro. Indi ei lontan vola, e poggiando170
Sovra una frasca, con crescente canto
Il lavor lungo dell’amica alleggia.
Ma se di madre crocea ti piace
Aver prole bastarda, a stento d’altri
Augei giovarti tu potrai, stringendo
Vietati nodi, che non mai l’antica
Salvatichezza smetteran, quand’anche
Piccini ai nidi gl’involassi, e mai
Non potrai mansuefarli. Un solo uccello
Docile v’ha, cui l’aspro cardo il nome180
Diè, (dalle spine lo nomaro i Greci