Pagina:Rosselli - Scritti politici e autobiografici, 1944.djvu/102

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tire così, assieme al bilancio della famiglia Mussolini, il proprio bilancio.

Tuttavia tra i lettori ci saranno pure dei giovani fascisti, delle anime candide e ignare, allevate in una visione stereotipa dell’antifascismo. A leggere quei periodi asciutti di G. L., dove è detto pane al pane e vino al vino e si parla di ideali e si afferma l’esistenza di una nuova opposizione, che avranno quei giovani pensato?

Avranno pensato:

— Ci sono dunque, qui o per il vasto mondo, degli italiani che non sono fascisti, che non sono neppure antifascisti vecchio stampo, italiani refrattari all’epidemia imperiale, che credono a un ideale di emancipazione umana, che per questo ideale sono stati capaci di andare in galera, o di troncare vita e carriera facendo la fame in esilio. Chi sono? Che fanno? Che pensano? Quanti anni hanno?

Trenta, venti anni.

Si può dunque aver venti anni e non essere fascisti?

Sì. Ed è l’unico modo di avere venti anni. Mussolini a venti anni era sovversivo.

Esisteva prima del fascismo, questa «Giustizia e Libertà»?

No. È nata dopo. È il frutto della rivolta. È l’anima della rivolta. Vuole essere l’anima della rivoluzione liberatrice di domani.

Perché è sorta? Perché continua?

Guardati intorno, giovane italiano. Vedi la miseria,

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