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Pagina:Rossini - Lettere inedite e rare, 1892.djvu/17

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A LUIGI ACHILLI.Roma.


Napoli, 26 marzo (?) 1818.


Gentil.mo Sig.re, La convulsione in cui si ritrova la patria, gli epiteti di poltrone e di pigro che lei gentilmente mi accorda non saranno mai i mezzi necessari per completare una compagnia. Ho scritto al sig. Antaldi e l’ho pregato dirmi quale era la somma su la quale potevo contare per prender le necessarie misure; esso mi rispose una gentile, si, ma inconcludente lettera per cui nulla ho potuto concludere. Io non posso pretendere che i cantanti siano a mia disposizione sei mesi per la speranza di cantare in un paese dove posson pagare ben poco. Io ho barcheggiato questi signori. Ma il Nazzari tenore è scritturato per Napoli; mad. Colbran non può stare più a mia disposizione. Il basso Remorini che lei avra sentito a Roma è a mia disposizione e l’ho ridotto a 800 scudi di paga. Il Curioni tenore vuol 400 scudi; questi si ritrova a Milano. Intanto consiglierei mandare a Milano le scritture al suddetto Curioni e non lasciarselo scappare, essendo questi, nella scarsezza in cui siamo, uno dei buoni tenori. Le scritture di Remorini bisognerebbe che le mandassero a Bologna dirette a mio padre, perchè gliele consegnasse al suo passaggio, come siamo rimasti intesi. Io sto trattando la Sciabran (?), la Mambelli e la Beloc e quanto