Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu/166

Da Wikisource.
166 tiranni minimi

fondo stretta stretta coi capelli che tolse via dal pettine; prese le forcine che aveva preparate sulla seggiola (era in cucina, dove abbigliava l’Agnese), le riunì tutte in un mazzetto e se le mise fra le labbra per averle più sotto mano; poi levandosele ad una ad una appuntò con esse la freccia che rigirò intorno al cocuzzolo, aggiustandovela in fine con un colpo secco della palma della mano.

— «Ecco fatto: adesso voltati marmotta!»

La bimba ubbidì subito; si voltò, tenendo la testa bassa; ma sul grembiulino bianco, inamidato, si vedevano qua e là le tracce delle lacrime cadute.

La Contessa, a quella vista, strillò come una indemoniata, agitandosi, smaniando, che pareva presa dalle convulsioni: buttò fuori improperi e parolacce, e siccome la piccina spaventata proruppe in singhiozzi, le allungò un manrovescio così forte che le fe’ rossa tutta una guancia.

In quel punto, mentre lo strepito era maggiore, si aprì adagio adagio l’uscio interno della