Pagina:Rubagotti-bovio-giordanobruno.djvu/40

Da Wikisource.

— 30 —

gli Eroici furori è racchiusa la teoria etica. La Cabala del Cavallo Pegaseo, con la giunta De l’Asino Cillenico, sono una finissima satira contro la teologia ed i teologi.

Ma l’opera che più delle altre attesta lo smisurato ingegno di Giordano Bruno è lo Spacio della Bestia Trionfante, dedicata a Filippo Sidney e dettata con arguzia e sottigliezza infinite. È una specie di poema dalle tinte grandiose, un’esposizione larga di idee nuove e di osservazioni.

Giove, sdegnato di veder negletto il suo culto, chiama al suo cospetto le quarantotto costellazioni, fra le quali vuole introdurre una riforma. Momo osserva che tutto il male proviene dall’aver dato agli astri il nome degli Dei, i quali, mediante le loro avventure scandalose, si sono resi il ludibrio dei mortali. Propone per conseguenza che sieno sostituiti a siffatti nomi quelli delle virtù. Giove vien quindi in determinazione di riformare i cieli, scacciarne i mostri e le belve, che ne hanno usurpata la sede, sostituirvi la verità e rendere la società migliore.

«Al nostro naso - dice Giove nel consiglio intorno a sè raccolto - non arriva più fumo di rosto fatto in nostro servizio dagli altari, e non rimane ormai vestigio delle nostre sante istituzioni.

» I Dei sono ormai vecchi; ed il mondo, quasi gagliardo cavallo che conosce e s’accorge, che essi non hanno più forza di maneggiarlo, li paga di calci.

» Noi siamo vecchi, continua Giove, e quindi ci si disseca il corpo, ci si umetta il cervello, ci nascono li tofi, ci cascano i denti, ci si inora la carne, ci si inargenta il crine, ci si distendono le palpebre, ci si contrae la vista, ci si indebolisce il fiato, ci si rinforza la tosse, ci trema il polso, ci si saldano le co-