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228 giudizio di schlegel su questa tragedia

cabili; e, avanzandosi in mezzo al tumulto del piacere e agli accenti della disperazione, si precipita impetuoso verso una catastrofe funesta, verso la morte dei due amanti. Nondimeno nel seno istesso della morte ei li fa parere ancor degni d’invidia, poichè trionfano della possanza che li vuol separare, e sembra che il loro amore si libri sopra di essi. In questa dipintura inimitabile il poeta ha raccolto ciò che v’ha di più dolce e di più tristo, l’amore e l’odio, le feste giulive e i funesti presagi, l’ara nuziale e la stanza funebre, la pienezza della vita e il nulla della tomba; e tutti questi contrasti sono talmente raddolciti, si confondono così bene nell’unità d’una impressione generale, che la ricordanza che ne resta nell’anima somiglia al lungo echeggiare d’un solo concento malinconico, ma prodigiosamente armonioso».

(Corso di Lett. dramm.)