Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/264

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atto secondo 253

lungano dalle spalle due sterminate braccia! Foss’uomo?.... In fede, in fede, ch’è caldo ancora. Bando alla prima idea. Costui non è pesce; è uomo, è un isolano, che il fulmine atterrì. (s’ode il tuono) Oimè! la tempesta comincia! Ove m’asconderò? Il miglior riparo, che qui mi s’offra, è la casacca di costui. Rannicchierommivi sotto; e avvenga che può. La sventura accoppia l’uomo con istrani compagni di letto... Ma alla buon’ora! giacerò qui finchè il temporale sia passato. (s’avviluppa sotto la pelliccia di Caliban; entra Stefano cantando, con una bottiglia in mano).

Stef.

«Non più mare, non più mare;
Morirò su questa sponda...»

È una brutta antifona quella che s’innalza pei proprii funerali; ma ecco onde trarrò conforto,     (beve)

«Mozzo e Boatswain, Capitano e brigata,
In tutti era amor per la bella Ghitina;
Da tutti blandita, da tutti bramata,
Finì per morir nella sozza sentina;
Onde la Meg1, di tal guaio infuriata,
Imprecò il mare, imprecò la meschina.
Sia maledetta la strega dannata!
Venga la peste alla turpe sgualdrina!
La peste, la peste, oh la peste! oh! oh! oh!
L’incubo, l’incubo a chi amor le portò!»

È una brutta antifona; ma questo è il mio refrigerio.      (beve)

Cal. Non mi date noia, oh!

Stef. Di che si tratta? Diavoli! (vedendo Caliban) Il paese abitato dai diavoli è questo? Oh! vestite alla foggia de’ selvaggi, alla foggia degl’Indi, per farne goffi?2 Ah! ma non mi sarò salvato dalle onde per aver timore delle vostre quattro zampe; chè già fu detto di me: l’uomo più proprio che mai camminasse su quattro piedi, nol farebbe rinculare; e ciò dirassi finchè Stefano sorbirà l’alito colle narici.

Cal. Lo spirito mi da noia. Oh!....

Stef. Quest’è qualche mostro dell’isola con quattro gambe, che sarà stato colto, immagino, da una subitanea febbre. Dove, diavolo, apprese egli il nostro idioma? Non fosse che per ciò,

  1. Abbreviativo di Margherita.
  2. Frizzo, pretende il Warburton, lanciato contro Mandeville, che nei suoi viaggi alle Indie narrò aver traversato valli popolate di demoni, e aver veduto mostri più strani di quelli che Plinio attestò esistere.