Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/338

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atto terzo 327

tano qualche giorno, conoscerete meglio l’uomo e i suoi mezzi. Notate se Desdemona sollecita la grazia di lui con troppa importunità, con troppe preghiere; ciò vi farà divinare ben molte cose. Infino che a questo non siate venuto, abbiatemi in conto di cervello balzano, come io pure credo d’esserlo; e concedete alla vostra sposa ogni libertà: ve ne supplico in nome del vostro onore.

Ot. Non mettere in dubbio la mia prudenza.

Jago. Una volta ancora io prendo commiato da voi.      (esce)

Ot. Colui è di una onestà rara, e possiede uno spirito illuminato, che conosce gli uomini, e penetra i motivi di tutte le loro azioni. Ah! se la trovo ribelle alla mia legge, quand’anche le trecce della sua capigliatura fossero annodate colle fibre del mio cuore, io le strapperei; e vorrei cacciarla lungi da me per sempre, abbandonandola alla sua sorte. — Sì; esser potrebbe... ho nero il colore, nè conosco il molle linguaggio che i cortigiani apprendono all’ombra delle città... Inoltre, ho forse troppi anni... Troppi? ah! non ancora... Eppure tutto finì! l’ho perduta per sempre...! sono tradito; ed altro non mi rimane, che odiarla! Oh! maledizione al nodo maritale, che ne fa arbitri di quelle dolci creature, senza darci potenza di signoreggiare le loro passioni!... Amerei meglio cambiarmi nello schifoso rospo, che vive delle pestilenziali esalazioni di un carcere, anzichè sopportare che altri mi usurpi un posto nel cuore di lei che adoro! E nondimeno, tale è il destino degli uomini illustri! essi godono minori privilegi della gente del vulgo: un fato è questo inevitabile, come la morte; una trista calamità, a noi serbata fino dal primo istante in cui veniamo alla luce. — Ma Desdemona s’avanza!... Desdemona?... Ah! s’ella è colpevole, il Cielo stesso è complice della sua perfidia!... Nol voglio credere...

(entrano Desdemona ed Emilia)

Desd. Ebbene, venite, mio caro Otello? La mensa è imbandita; e i generosi isolani, da voi invitati, non aspettano che voi.

Ot. Conosco d’aver mancato.

Desd. Perchè la vostra voce è sì debole? sareste infermo?

Ot. Soffro orribilmente alla testa.

Desd. Ne saranno stata causa certo i turbati vostri sonni; ma il dolore sarà passeggiero: lasciate solo che vi fasci le tempie, e risanerete.

Ot. La vostra pezzuola è troppo piccola (respinge la mano di Desdemona, e la pezzuola cade): lasciate che il male lavori a sua posta. Venite: entrerò con voi.