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e fa rivivere gli echi della terra, così Pirro, dopo breve, riacceso di furore, ripiglia il corso di sua feroce vendetta. Non mai i martelli de’ Ciclopi caddero con minori rimorsi o pietà sull’acciaio, di cui costituiscono l’eterna armatura di Marte, come la spada di lui sanguinosa scende sulla fronte di Priamo. Oh Fortuna, Dea prostituta, sii annientita! Oh Numi, congiurate insieme contro di lei, e deponetela dal suo soglio. Distruggete i raggi della sua ruota e precipiti dalla sommità del cielo negli abissi del Tartaro».

Pol. È troppo lungo.

Am. Così potrebbe dire anche il barbiere della vostra barba. — Continuate, vi prego; a lui piacciono le danze, o i racconti licenziosi; in altra guisa s’addorme. Continuate: venitene ora ad Ecuba.

Com. «Ma oimè me! se veduta aveste la velata regina...»

Am. La velata regina?

Pol. Il quadro è bello.

Com. «Correre coi piedi nudi fra le fiamme che il torrente delle sue lagrime parea volesse estinguere; coperta il capo, che ornava prima un diadema, di miserabili bende; cinta con vil coltre presa a ventura fra quella desolazione: se veduta l’aveste, la lingua vostra avrebbe profferite contro la Fortuna le invettive più amare, e rimproverato le avrebbe il suo crudo tradimento. Se gli Dei contemplata l’avessero in quello stato deplorabile, allorchè le apparve Pirro indegnamente insultante al sanguinoso cadavere del suo sposo, o insensibili ei sono alle miserie dei mortali, o lo sfogo subitaneo delle sue lamentevoli grida avrebbe intenerito fin l’ardente occhio del cielo, è fatto provare agli immortali le passioni dell’uomo».

Pol. Guardate come ha mutato colore, come i suoi occhi sono gonfi di lagrime! — Pregoti, non più.

Am. Basta; terminerete questa sera. — Signore, sia vostra cura di bene alloggiarli; intendete? Siano ben trattati. Questi uomini sono un compendio della storia di tutti i tempi; sarebbe meglio per voi avere un cattivo epitaffio dopo morte, che esser da loro diffamato durante la vostra vita.

Pol. Signore, saran trattati come meritano.

Am. Oh! vi prego, molto meglio; perocchè se trattate ognuno a seconda del proprio merito, chi anderà esente da castigo? No, trattateli come ve lo consiglia la probità della vostra anima. Quanto meno merito avranno, tanto più ve ne sarà nelle grazie che loro impartirete. Guidateli con voi.