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atto quarto | 75 |
sterno continueranno il viaggio verso l’Inghilterra. Ho molte cose a dirti sul loro conto. Addio.
«Quello che tu conosci per tuo amico, Amleto».
Venite; vi condurrò dove dovete andare, e partiremo poscia insieme. (escono)
SCENA VII.
Un’altra stanza.
Entrano il Re e Laerte.
Re. Ora la vostra intima convinzione deve suggellare la mia difesa: e mi dovete dare nel vostro cuore un posto d’amico, dacchè avete inteso con sì evidenti prove che quegli che uccise vostro padre intese a togliermi la vita.
Laer. Le prove son manifeste. Ma ditemi perchè non avete messo in vigore le leggi fatte contro attentati di natura sì rea e sì degna di morte, quando la vostra sicurezza, la vostra prudenza, tutti i motivi s’adunavano per eccitarvi alla vendetta?
Re. Oh per due considerazioni particolari, che forse a voi sembreranno deboli, ma che sono ben forti per me. La regina sua madre non vive che pei suoi occhi: e per me, sia ventura o maledizione, ella è sì intimamente legata alla mia vita e alla mia anima, che per quella stessa necessità con cui l’astro si muove nella sua orbita, io non ho azione, nè impulso che non lo riceva da lei. Il secondo motivo che m’ha impedito di chiedergli conto del suo misfatto è l’estremo amore che gli porta il popolo, il quale, lavando tutte le sue macchie nel torrente della sua affezione, come le cadute d’acqua che cambiano la terra in pietre, converte le sue colpe in grazie. I miei dardi son troppo lievi per vincere vento sì impetuoso, e sarebbero tornati contro di me senza che avessero mai raggiunto il loro scopo.
Laer. Così avrò perduto un nobile ed affettuoso padre, e troverò una sorella in istato di disperazione; una sorella che, se la lode può prodigarsi a cosa che più non esiste, levata si era al disopra del suo secolo! Ma il tempo della vendetta arriverà.
Re. Dormite in pace, guardatevi dal pensare che io sia di tempra tanto vile, tanto insensibile, da vedermi oltraggiare, incurevole dell’oltraggio. Fra poco saprete di più. Amai vostro padre; me pure amo; e per farvi intendere... (entra un messaggiero) Ebbene? quali novelle?
Mes. Lettere, signore, d’Amleto. Questa per Vostra Maestà; questa per la regina.