Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/58

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atto primo 47


Macbeth. Chiese forse il re di me?

Lady Macb. Perchè fingete ignorarlo?

Macbeth. Non inoltriamo di più nei nostri divisamenti. Gli onori di cui ei m’ha colmato, le mie vittorie, che si splendida fama m’acquistarono, m’impongono di rinunziare ad un’azione che offuscherebbe per sempre il fulgido raggio della mia gloria.

Lady Macb. Che dici? e l’allegra speranza, in cui l’anima tua si piacque, non fu dunque che una folle larva che svanì col sonno? E dinanzi all’idea che con tanto amore carezzasti, non ti risvegli tu oggi che per impallidire e tremare? Temi tu dunque di mostrar coll’azione e col coraggio di compierla, quella forza che pur è nei tuoi desiderii? e da un bene, a cui aneli come all’ornamento più splendido della vita, potrai ritrarti, invilendoti innanzi agli occhi tuoi stessi, e ripetendo l’eterno adagio: vorrei, ma non oso?

Macbeth. Desisti, te ne scongiuro: io oso fare tutto quello che ad un uomo s’addice; ma chi di più far vuole, cessa d’esser tale.

Lady Macb. Qual fu dunque la stupida belva che v’indusse a confidarmi un tal disegno? Allorchè questo osaste concepire, è allora che eravate uomo; e intendendo alla maggiore delle grandezze, vi mostraste degno di pervenirvi. Nè mezzi, nè occasione alcuna vi si parava allora davanti; e nondimeno non vi sgomentaste, e a crearveli gli uni e l’altra v’accingeste. Oggi essi s’offrono a voi; e l’offerta benigna della fortuna tanto vi atterrisce? Ho allattato col mio seno, e so quanto sia dolce l’amare il bambino che si nutre col proprio latte; ma nondimeno strapperei le mammelle dalle rosee labbra della sua bocca nell’istante stesso in cui mi sorridesse, e gli frangerei il capo contro le pareti, se avessi fatto sacramento quale voi avevate profferito.

Macbeth. Se l’impresa ci fallisse...

Lady Macb. Fallirci?.... non tremate, e ciò sarà impossibile. Allorchè il re sia sepolto nel sonno profondo, in cui le fatiche di questo giorno l’immergeranno, sarà mia cura l’apprestar tal vino a’ suoi ciambellani, che la loro memoria ne svanisca come vapore d’ebbrezza. Caduti costoro ancora in un sonno di morte, che non potremo noi eseguire sull’indifeso Duncano? Che imputar non potrem noi ai suoi ebbri ufficiali, su cui tutta l’onta riverserassi del nostro delitto?

Macbeth. Donna fatale e terribile... oh! non escano mai dal tuo fianco fuorchè uomini; che l’indomita tua tempra mal s’addirebbe ad altra femmina. E in vero: chi non crederà, lordati che avremo di sangue gli addormiti ufficiali delle sue stanze, e