Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/604

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atto secondo 217

l’indegno concetto che avevate formato delle sue virtù, converrà che o voi mi togliate la mia spada, o che io vi tolga la vostra; o che entrambe, prive del proprio signore, divengano proprietà del primo uomo che avrà a trovarle sull’arena.

Jach. Le mie prove essendo tanto evidenti, come vedrete, dovrebbero pur farvi persuaso; ma se abbastanza non valessero, le confermerò col giuramento.

Post. Proseguite.

Jach. Anzi tutto, la stanza in cui ella riposa, e dove confesso di non aver dormito trovandomi possessore d’un bene che era degno si vegliasse eternamente, è parata a ricami in seta ed oro, rappresentanti la storia della superba Cleopatra, quand’essa andava incontro al fiero Romano: vi si vede il Cidno che sormonta le rive, gonfio d’orgoglio pel carico de’ mille vascelli che sul dorso sostiene; e questa dipintura è ad un tempo sì eccellentemente condotta e sì ricca, che il lavoro e il prezzo suo se ne contendono il primato: molto ammirai la bellezza di quel disegno, e le figure che vi sembrano respirare.

Post. Questo è vero, ma potrebbe esservi stato riferito.

Jach. Altri particolari vi proveranno che ho veduto co’ miei occhi proprii.

Post. E dovete farlo, se vi è caro il vostro onore.

Jach. Il caminetto è al mezzodì della stanza, e il gruppo che vi è sopra, rappresenta Diana nel bagno: non ho mai veduto statua così piena di vita; lo scultore era al certo un’altra natura; e, se si eccettui la voce, egli nella sua muta creazione l’ha sorpassata.

Post. Anche questo vi potrebbe esser stato detto, attesa la celebrità di quella statua.

Jach. Il palco della stanza è fregiato di cherubini d’oro; agli alari, che dimenticava, sono due amorini d’argento, con occhi maliziosetti; inclinati entrambi sulle loro faci.

Post. Che ha a fare tutto ciò coll’onore della mia sposa? Consento che abbiate veduto quanto mi dite, e ammiro la vostra memoria; ma la descrizione degli oggetti che sono nella camera d’Imogène non vi fa vincere la scommessa.

Jach. (traendo lo smaniglio) Ebbene! impallidite, se potete: non vi mostrerò che un gioiello... guardate! Ammettete una volta che ho vinto; cedetemi il vostro anello; che conserverò insieme con questo smaniglio.

Post. Cielo! concedete che io lo vegga: è forse quello che le ho lasciato alla mia partenza?