Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto secondo | 57 |
Vecch. V’ha chi narra averli visti divorarsi l’uno coll’altro.
Rosse. Nulla di più vero; ed io stesso rimasi attonito spettatore dell’orribile fatto, (entra Macduff) Ecco il buon Macduff. — Ebbene, signore, come vanno gli eventi?
Macduff (additando le tenebre del cielo). No ’l vedete voi forse?
Rosse. Si sa infine chi compiesse l’infame opera?
Macduff. Coloro che Macbeth svenò.
Rosse. Oimè! ed a qual fine lo fecero?
Macduff. Lo ignoro: forse furono sedotti. Malcolm e Donalbano sono scomparsi improvvisamente, e una tal fuga fa cader su di loro gravi sospetti.
Rosse. Oh delitto contro natura! oh barbaro parricidio! Tanto potrà negli uomini l’ambizione? — Ora poi forse la corona cadrà in Macbeth?
Macduff. Egli è già ito a cingerla a Scone.
Rosse. E il corpo di Duncano ove riposa?
Macduff. È stato portato a Colmes-Hill, deposito sacro dalle ceneri de’ suoi maggiori.
Rosse. Andarete voi a Scone?
Macduff. No; a Fife mi si attende.
Rosse. Androvvi dunque io solo.
Macduff. Propizio vi sia il viaggio, e possiate vedervi cose che v’infondano speranza d’un lieto avvenire. Addio: ben molto io temo che le nostre nuove vestimenta riescir non ne debbano pià ardue delle antiche.
Rosse (al Vecchio). Buon vecchio, addio.
Vecch. La benedizione del Signore sia con voi, e con quelli che render vorrebbero buoni i tristi, e amici gl’inimici.