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294 antonio e cleopatra


Pom. Avrei più volontieri ascoltato cosa meno grave. Io non mi sarei mai indotto a credere che quel voluttuoso Antonio ripreso avesse il suo elmo, per guerra a di sì lieve pondo. È un guerriero che val solo più che i due altri uniti. Ma intratteniamo di noi stessi una più alta opinione, poichè la sola voce della nostra mossa vale a strappar Antonio dalle braccia della regina d’Egitto, e a frenar la sua indomita passione dei piaceri.

Mena. Non posso credere che Cesare e Antonio s’accordino insieme. La moglie di questo, che è morta, ha offeso Cesare; suo fratello ha innalzato lo stendardo della guerra, sebbene l’abbia fatto, credo, spontaneamente, senza esservi eccitato da Antonio.

Pom. Non comprendo, Mena, come per lievi animosità si debbano sospendere grandi inimicizie. Se non ci vedessero armati contr’essi tutti, non indugerebbero forse a venirne a guerra insieme, perocchè hanno bastanti motivi per armarsi gli uni contro gli altri; e come il timore che loro ispiriamo sopisca i loro odii, incateni le loro discordie, è ciò che pur anche ignoro. Pel resto accada quel che vorranno gli Dei; spieghiamo tutte le nostre forze; le nostre vite ne van di mezzo. Venite, Mena. (escono)

SCENA II.

Roma. — Una stanza nella casa di Lepido.

Entrano Enobarbo e Lepido.

Lep. Buon Enobarbo, farai opera lodevole e degna di te, disponendo il tuo generale a spiegarsi con dolcezza, e senza collera.

Enob. L’obbligherò a rispondere come deve rispondere Antonio. Se Cesare lo irrita, lasciamo che Antonio s’innalzi di tutta la sua grandezza al disopra della testa di Cesare, e gli parli col tuono del Dio Marte. Per Giove! se scendesse a me dal mento la barba d’Antonio, non è oggi che me la raderei1.

Lep. Non è questo il tempo d’abbandonarsi alla collera.

Enob. Ogni tempo è buono per trattare i negozi che vi si racchiudono.

Lep. Ma i meno importanti devono ceder il loco ai più gravi.

Enob. No, se i meno importanti si presentano i primi.

Lep. Tu parli per passione; ma, te ne prego, non risvegliare i fuochi assopiti. — Si avanza il nobile Antonio.     (entrano Antonio e Ventidio)

  1. Per corteggiare Ottavio.