Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/70

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macbeth — atto terzo 59

più strane menzogne; ma di ciò parleremo dimani. Addio per ora, Banquo; e... a questa sera.

Banquo. Altezza...

Macbeth. Fleance v’accompagna oggi?

Banquo. È suo proposito.

Macbeth. Sta bene; leggieri galoppino i vostri cavalli, e stampino orme sicure. Addio (esce Banquo). (ai cortigiani) Resti ognuno libero insino all’ora del banchetto, onde vieppiù dilettosa vi riesca poscia la vostra compagnia. Partite, signori, e Iddio sia vosco (esce lady Macbeth coi cortigiani), (ad un suo famiglio rimasto seco) Paggio, quegli uomini aspettano ancora?

Paggio. Sì, milord, al di fuori della maggior porta del palazzo.

Macbeth. Introducili (il Paggio esce). Regnare è nulla; mestieri è regnar sicuri. — Banquo mi dà timore. La natura impresse sul suo volto un’aria di sovranità che lo rende formidabile; e a questa, molta audacia egli accoppia, molta fermezza, molta cautela. Sì, egli solo, egli solo mi spaventa, e innanzi a lui io vacillo, come Antonio al cospetto di Cesare. Sorrideva di sdegno allorchè le tre Furie mi salutavano re; e s’udiva ebbro di gioia acclamato padre d’una stirpe di principi. — Coloro non posero dunque sul mio capo che un’inutile corona, e fra le mie mani che uno sterile scettro, il quale dev’essermi strappato da mano straniera prima che ad alcuno de’ figli miei io lo possa trasmettere? E sarà pei discendenti di Banquo ch’io avrò lordata l’anima mia? pe’ figli suoi, che avrò svenato il virtuoso Duncano? pe’ figli suoi che avrò trangugiato l’amaro calice dei delitti, e venduto il tesoro di un’anima immortale all’implacabile nemico dell’uomo? E ciò, tutto ciò, per far di coloro tanti re? I figli di Banquo re? No, no, fatal fortuna; prima che ciò sia, io verserò lottando fin l’ultima goccia di sangue.

(il Paggio con due satelliti di Macbeth)

Macbeth (al Paggio). Poniti ora alla porta, e aspetta i miei cenni.                                             (il Paggio esce)

Macbeth (ai due entrati). Fu ieri, se non erro, che favellammo insieme.

I due Satelliti. Sì, milord.

Macbeth. Ebbene, rifletteste a quanto vi dissi? Se ciò faceste, saprete ora chi fosse che nei trascorsi tempi vi tenne oppressi, mentre che me accusavate, ignaro al tutto di tale malefizio. Le prove che vi arrecai avranno dovuto convincervi del modo con cui foste ingannati, e farvi conoscere che Banquo fu quegli che vi schernì.

Satellite. Ne siamo infatti convinti.