Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/117

Da Wikisource.
106 il sogno di una notte d’estate

nelle onde, e adornerà di liquidi diamanti i rigogliosi cespugli, ora propizia che cela le colpe degli amanti, noi abbiamo risoluto di fuggire passando furtivamente i ponti di Atene.

Er. E nel bosco in cui spesso voi ed io solevamo riposarci sopra un letto di giovani e molli giunchi, versando nel seno l’una dell’altra i segreti di cui i nostri cuori erano pieni, andremo dimani il mio Lisandro ed io, e di là partiremo distogliendo per sempre i nostri occhi da Atene, per correre in traccia di nuovi amici e di una nuova società. Addio, cara compagna della mia infanzia e de’ miei giuochi, innalzate voti per noi, e la sorte favorevole vi conceda infine il vostro Demetrio! Lisandro, mantenete la vostra parola: convien che asteniamo i nostri occhi dal cibo degli amatori fino a dimani nella notte profonda.     (esce)

Lis. Così farò, mia Ernia. — Elena, addio; possa Demetrio adorarvi come voi lo amate.     (esce)

El. Quanta differenza nella felicità dei diversi mortali! Io sono reputata in Atene bella quanto essa: ma che vale? Demetrio non pensa come gli altri, e non giudicherà mai come tutti, eccetto lui, giudicano. Ciechi sono i suoi occhi, struggendosi per gli occhi di Ermia: ciechi i miei, compresi tanto essendo del merito suo. Gli oggetti più vili possono dall’amore essere trasformati in cose di gran prezzo. L’amore non vede cogli occhi del corpo, ma con quelli dell’anima, ed ecco perchè l’alato Cupido è dipinto cieco; e perchè il suo spirito non è dotato di alcun discernimento: ali e non occhi sono l’emblema di una foga inconsiderata: l’amore è un fanciullo che spesso fallisce nelle sue elezioni. Come i sollazzevoli garzoncelli mentiscono nei loro puerili diporti, così il fanciullo Amore mente sempre e con indifferenza. Prima che Demetrio avesse veduto gli occhi di Ermia, esciva dalla sua bocca un’onda di giuramenti ch’ei non era che di me sola; ma tosto che il suo cuore ha sentita l’impressione dei vezzi di lei, i suoi giuramenti si sono disciolti e svaniti, come neve ai raggi del sole. Vuo’ andargli ad annunziare la fuga della bella Ermia; onde dimani ei la insegua nel bosco; e se ottengo alcuni ringraziamenti per tale rivelazione, comecchè a caro prezzo, saranno per me un gran sollievo ai miei mali.     (esce)