Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/126

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atto secondo 115


El. La più feroce non ha un cuore crudele come il vostro. Fuggite dove vorrete, non farete che mutare l’antica istoria: è Apollo che fugge, ed è Dafne che lo segue; è la colomba che investe il nibbio; la dolce agnella che si affretta nel corso per raggiungere la tigre: ma vana è la persecuzione quando la timida debolezza va dietro al coraggio!

Dem. Non mi fermerò di più per udire i vostri vani lai. Lasciatemi andare; o se mi seguite, temete da me qualche oltraggio.

El. Oimè! nel tempio, nella città, nei campi, dapertutto voi mi offendete, dapertutto mi cruciate, ed è una vergogna per voi, Demetrio. Le vostre ingiurie inviliscono tutto il mio sesso, noi non possiamo come gli uomini combattere per vendicare l’amore. Dovremmo essere vagheggiate, che fatte non fummo per vagheggiare. Vuo’ seguitarvi e fare del mio inferno un paradiso, morendo sopra la mano che amo così teneramente.     (escono)

Ob. Addio, vaga ninfa; prima che lasci questi boschi tu lo fuggirai ed egli ricercherà il tuo amore. — (rientra Puck.) Hai tu costà quel fiore? Sii il ben giunto, mio errante Spirito.

Puck. Eccolo.

Ob. Ti prego, dammene. Conosco una terra dove cresce il timo selvaggio, dove la viola germoglia all’ombra del gran verbasco, dove il caprifoglio, le dolci rose e i soavi gigli profumano l’aere. Là dorme Titania in certe ore della notte: là, allorchè le danze e i piaceri l’hanno stanca, ella si assopisce sui fiori: là il serpe si nuda della sua pelle screziata, che cinto diventa di qualche amabile pastorella. Vuo’ spremere di questo succo sugli occhi di Titania, e riempierle il cervello di odiose e bizzarre imagini. Prendine un poco anche tu, e cerca per questi boschi una giovine ateniese, che è amorosa di un garzone che la disprezza; ponine sugli occhi di quel superbo amante ed abbi cura di farlo nel momento in cui potrai assicurarti che il primo oggetto ch’egli vedrà sarà una donna. Riconoscerai l’uomo di cui ti parlo alle vestimenta. Adempì alla tua opera con cautela, onde egli divenga più adoratore di quella cara fanciulla, ch’essa non lo è di lui; e pensa a venirmi a raggiungere innanzi che il gallo canti.

Puck. Non temete, signore, sarete obbedito.     (escono)