Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/240

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atto secondo 229

eleggete dovete giurar prima che non parlerete per l’avvenire di matrimonio ad alcuna donna. Onde non vi affrettate, e pensateci assai innanzi.

Mar. Andiamo, ch’io vuo’ conoscere la mia sorte.

Por. Bisogna prima ire al tempio; e dopo il pranzo farete lo esperimento.

Mar. Oh destino! tu stai per rendermi il più felice, o il più sventurato degli uomini.     (squillo di corni, ed escono)

SCENA II.

Una strada di Venezia.

Entra Lancilotto Gobbo.

Lan. Certo la mia coscienza mi lascierà fuggire da quel giudeo mio padrone. Il diavolo mi sta a’ gomiti, e mi tenta dicendomi: «Gobbo, Lancilotto Gobbo, buon Lancilotto, o buon Gobbo, o buon Lancilotto Gobbo, usa delle tue gambe, alza i calcagni e va». E la mia coscienza mi dice: «no, bada, onesto Lancilotto, bada, onesto Gobbo, o come dianzi, onesto Lancilotto Gobbo; non correre; disprezza il fuggire colle calcagna»: e in questa il coraggioso demone mi incita a sgombrare e ad irmene, e soggiunge: «sveglia i tuoi generosi spiriti, corri». Ma la mia coscienza aggrappandosi al mio cuore saviamente risponde: «mio onesto amico Lancilotto, tu che sei figlio di un uomo onesto..... o piuttosto di una donna onesta; perocchè mio padre ebbe certi peccati..... commise certe cose..... mio onesto Lancilotto, non muoverti». Muoviti dice il demonio; non muoverti dice la coscienza. Coscienza, dico io, voi ben mi consigliate; demonio, soggiungo, sono savii i vostri suggerimenti, e standone alla mia coscienza dovrei rimanere coll’ebreo mio padrone, che, Iddio mel perdoni! è una specie di diavolo; e correndo via da lui dovrei essere governato dal demonio, che, sia detto colla debita riverenza, è il diavolo in persona. Certo il Giudeo è un demonio incarnato; e in coscienza, la mia coscienza è una coscienza rigorosa, volendomi indurre a rimanere con lui. Il diavolo mi dà un consiglio più amichevole: fuggirò dunque, diavolo; le mie calcagna sono a’ tuoi comandi, e correrò.

(entra il vecchio Gobbo con un canestro)

Gob. Messere, il mio giovine, ve ne prego, qual’è la via che guida all’ebreo?