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302 timone di atene

derla, e trarne partito. Hai molte buone qualità. — Escite; (al dom.) avvicinati, onesto Flaminio. Il tuo padrone è un signore pien di bontà; ma tu hai senno, e, sebbene sii venuto da me, conosci che non è questo il tempo di prestar denaro, sopratutto sulla semplice parola dell’amicizia, e senza veruna sicurezza. Eccoti tre monete; chiudi gli occhi sopra di me, e di’ che non mi hai veduto. Addio.

Flam. È egli possibile che gli uomini si mostrino tanto diversi da loro stessi, e che oggi siano quei medesimi che eran ieri? Lungi da me, dannato loto, torna da quello che ti adora.

(gettando via le monete)

Luc. Ah! veggo che sei un pazzo; e stai a dovere col tuo padrone.     (esce)

Flam. Possa quel denaro servire ai tuoi tormenti, e fare il tuo supplizio! Possa quel metallo fuso bruciare nell’inferno te, peste del tuo amico e non suo amico! Oh! l’amicizia ha ella un cuore sì debole e sì variabile ch’ei cangi e si corrompa in meno di due notti? Dei! Fin d’ora sento tutto lo sdegno del mio signore. Questo vile ingrato ha anche nello stomaco le vivande che inghiottì alla di lui mensa; e perchè sarebbero per lui un nutrimento salutare, allorchè il suo cuore è mutato in veleno? Possano esse non produrgli che mali; e quando lo sciagurato sarà vicino a morte, quegli alimenti, divorati a spese del mio padrone, servano non a guarirlo, ma a prolungare la sua agonia!

(esce)


SCENA II.

La stessa. — Una piazza pubblica.

Entra Lucio con tre stranieri.

Luc. Chi, il nobile Timone? È il mio migliore amico, il più onorevole degli uomini.

Stran. Ne Siam convinti, quantunque nol conosciamo. Ma io posso dirvi, signore, una cosa che ho inteso dalla voce pubblica; i giorni felici di Timone sono passati, e la sua fortuna declina.

Luc. Via, nol credete; ei non può mancar di denari.

Stran. Ma un fatto che potete credere, signore, è che, non ha molto, uno dei suoi domestici andò da Lucullo per chiedergli cinquanta talenti, e li domandava con insistenza, facendo sentir la necessità in cui il suo signore è ridotto, ma nulla ottenne.