Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/462

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atto secondo 103


York. Bene sta; veggo qual sarà la fine di tal rivolta, cui prevenire non posso (mi è forza il confessarlo), avvegnachè il mio esercito sia debole, e ogni altra cosa in misero stato. Se ne avessi il potere, lo giuro per quegli che mi ha data la vita, vi farei tutti sospendere, e vorrei costringervi a cadere ai piedi del re, confidandovi alla sua misericordia; ma poichè il potere mi manca, vi manifesto che sarò neutrale, ed è così che vi lascio, a meno che non voleste entrare nel mio castello per prendervi riposo durante la notte.

Boling. È un’offerta, zio, che accetteremo; ma bisogna che Vostra Grazia ne accordi di venire con noi al castello di Bristol, che dicesi occupato da Bushy, Bagot, e loro complici, vili spolpatoli dello Stato, che ho giurato di abbattere.

York. Potrà essere che vi accompagni: ma no, rimarrò; perocchè sento ripugnanza a infrangere le leggi della nostra patria. Io non vi ricevo nè come amici, nè come nemici: i mali senza rimedio non son più oggetto delle mie cure.     (escono)

SCENA IV.

Una banda nel paese di Galles.

Entrano Salisbury e un Capitano.

Cap. Signore di Salisbury, abbiamo aspettato dieci giorni, ed avemmo molta pena a tener per tanto tempo radunati i nostri compatrioti; nondimeno alcuna novella non si ha del re, e per conseguenza dobbiamo disperderci: addio.

Sal. Aspetta anche un altro giorno, fedel Gallese: il re pone in te tutta la sua speranza.

Cap. Credesi che il re sia morto. Non ci fermeremo di più. Gli allori del nostro paese son tutti appassiti e secchi. Strane meteore infondono meraviglia negli astri del firmamento: la pallida luna getta sulla terra un chiaror sanguigno; e profeti dal volto livido e scarno mormorano all’orecchio e predicano spaventose rivoluzioni. I ricchi son costernati, e gli scellerati trionfano; gli uni per tema di perdere la fortuna che posseggono, gli altri per speranza di farsene una colla carnificina e la guerra. Questi segni presagiscono la morte o la caduta dei re. — Addio; i nostri compatrioti sono dispersi, persuasi che il loro Riccardo sia morto.      (esce)

Sal. Oh, Riccardo! È con dolore profondissimo ch’io veggo la