Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/474

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atto terzo 115

diamo dalla nostra grandezza! I gufi mandano gridi lugubri dove li dovrebbe udir solo il canto dell’allodola.     (discendono)

Boling. Che dice Sua Maestà?

Nort. Il dolore, di cui il suo cuore è pieno, lo farà parlare come un demente: nondimeno ei viene verso di voi.

(entrano il re Riccardo e il suo seguito)

Boling. Ritiratevi tutti a parte, e mostrate il più gran rispetto per Riccardo. — Mio grazioso signore... (inginocchiandosi)

Ricc. Gentil cugino, voi invilite il vostro sovrano ginocchio toccando con esso la vil polvere della terra. Preferirei che il mio cuore sentisse gli effetti della vostra amistà, anzi che vedere quel rispettoso omaggio che mi ferisce. Alzatevi, cugino, alzatevi: imperocchè sebbene i vostri ginocchi si abbassino tanto, il vostro cuore si solleva, lo so, fino almeno a quest’altezza.

(toccandosi il capo)

Boling. Mio grazioso signore, non vengo che per patrocinare la mia causa.

Ricc. La vostra causa è vinta, e siamo tutti in vostra potestà!

Boling. Siatelo, mio temuto monarca, finchè i miei fedeli servigi meriteranno il vostro amore.

Ricc. Per ora lo meritate: che è ben meritarlo il conoscere i mezzi più sicuri e più forti per ottenerlo. — Zio (a York) datemi la mano: tergete le vostre lagrime: esse provano l’amistà, ma non riparano i mali. — Cugino, (a Boling.) son troppo giovine per esser vostro padre, quantunque voi siate abbastanza vecchio per esser mio erede: quello che volete avere ve lo darò di buon grado; perocchè convien far di buon grado ciò che la forza ci obbligherebbe di fare. — Andiamo verso Londra. — vi piace, cugino?

Boling. Sì, mio buon signore.

Ricc. Allora io non debbo dir di no. (squillo di trombe; escono)

SCENA IV.

Langley. — Il giardino del duca di York.

Entrano la regina e due Signore.

Reg. Che far potremmo in questo giardino per sollevar la mia anima dalle nere inquietudini che la divorano?

Sig. Signora, giuocheremo alle boccie, se lo bramate.

Reg. No, tal giuoco mi farebbe pensare che il mondo è pieno