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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/506

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atto primo 147

getto eterno di lodi, delizia della fortuna, che si compiace nel colmarlo de’ suoi favori; albero il più elevato di una vergine foresta; mentre io che veggo la gloria di Percy, veggo ancora le libidini e il disonore contaminar la fronte del mio giovine Enrico. Oh, piacesse al Cielo che si potesse provare che qualche fata maligna ha in una notte cangiati i nostri fanciulli nelle loro culle, chiamando il mio Percy e il suo Plantageneto! Ma si disperdano questi pensieri. — Che dite voi, cugino, dell’orgoglio di quel giovine conte? Egli mi annunzia che intende appropriarsi i prigionieri fatti da lui in questa ultima lotta, e che non ne avrò alcuno, tranne Mordake conte di Fife.

West. È per consiglio di suo zio; in ciò riconosco Worcester che vi odia quanto più può. È desso che stimola Percy ad addobbarsi di tale spoglia, e incita quel giovine a drizzare una testa audace contro vostra Maestà.

Enr. Ma io gl’inviai un messaggiere per recargli la mia risposta, e tale incidente ci obbliga a sospendere per ora i nostri santi disegni sopra Gerusalemme. Cugino, nel venerdì prossimo terremo seduta generale in Windsor: avvertitene i lórdi, e tornate sollecito da noi; perocchè mi rimangono più cose a dire e a fare, che io non posso annunziarvene collo sdegno che mi agita.

West. Vado, mio principe, a riempiere i vostri ordini. (escono)

SCENA II.

Un’altra stanza nel palazzo.

Entrano Enrico principe di Galles, e Falstaff.

Fal. Ebbene, piccolo Enrico, che ora è?

P. Enr. Tu hai lo spirito così torpido pel soverchio bere vin vecchio e sbottonarti dopo cena e dormire sui banchi quand’hai desinato, che obbliasti di chiedere ciò che più veramente vorresti conoscere. Che diavolo hai tu di comune coll’ora del giorno? A meno che le ore non fossero coppe di liquore, i minuti vivande, le campane lingue di mezzane che ti chiamassero ai sollazzi, e il puro sole istesso una bella e calda fanciulla di taffettà1, non veggo ragione, perchè dovessi spendere il tempo chiedendo dell’ora.

Fal. Onore e gloria! Ora, mio discepolo, cominciate a bene

  1. Traduciamo alla lettera.