Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/534

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atto secondo 187


P. Enr. Ora, signori, vi dico che vi batteste bene tutti; e voi pure, Pito, e voi anche, Bardolfo. Siete tutti leoni di coraggio, e se fuggiste, fuggiste solo per istinto, per non uccidere il principe legittimo. Vergogna, vergogna!

Bard. In verità, io fuggii quando viddi gli altri fuggire.

P. Enr. Dimmi ora da senno, perchè la spada di Falstaff è così malconcia?

Pit. Pel Cielo! egli volle così ridurla col suo pugnale, giurando che non si sarebbe mai più creduto in Inghilterra alla verità, se non riesciva a farvi pensare che quelle erano state tante stoccate, e stimolava noi pure a far lo stesso colle nostre spade.

Bard. Sì, ed anche voleva che ci soffregassimo il naso colle ortiche per farlo dar sangue e lordarcene i panni onde affermar poscia che era sangue dei nostri aggressori. Posso ben dire d’aver fatto ciò che da più di sette anni non aveva fatto, e arrossisco rammentandolo.

P. Enr. O miserabile, tu rubasti un bicchier di vino son più che tre lustri, e fosti preso in flagranti; dopo quel tempo tu hai sempre arrossito. Avevi fuoco e spada ai fianchi, e nullameno fuggisti? Dimmi, qual era il tuo istinto in ciò?

Bard. Signore, vedete voi quelle meteore? Vedete quelle esalazioni?

P. Enr. Sì.

Bard. A che credete che accennino?

P. Enr. A ubbriachezza e povertà.

Bard. Ad ira, Milord, se ben le esaminerete.

P. Enr. No, alla forca piuttosto, considerandole con attenzione. (rientra Falstaff) Ecco il nostro magro Giovanni, scheletro livido che si avanza. Ebbene, mia dolce creatura di bambagia, quant’è che non ti sei vedute le ginocchia?

Fal. Le ginocchia? Alla tua età, Enrico, ero più snello dell’artiglio di un’aquila; io mi sarei allora nascosto entro la gemma di un magistrato. Ah, non parlarmi, non farmi vivere fra i sospiri e i guai; ciò gonfia un uomo, come il vento un pallone. — Sonvi cattive novelle pel mondo: il cavalier Giovanni Braby arrivò dianzi per parte di vostro padre; convien che torniate tosto alla corte. Quel demonio del nord, Percy, e quell’altro Gallese che bastonò il diavolo a Maimon e disonorò il letto di Lucifero, forzando