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194 | enrico iv |
niera alla sua, segreto sì importante e pericoloso. Nondimeno ne dà un consiglio pieno d’audacia. È che col nostro piccolo esercito ci avanziamo onde conoscer le disposizioni della fortuna; perocchè, scrive egli, non è più tempo di retrocedere; essendo il re pienamente istrutto dei nostri disegni — Che dite, o signori, di ciò?
Wor. La malattia di vostro padre è per noi una disavventura crudele.
Hot. Disavventura fatale! Ma tutto contemplato, il bisogno di lui alla prova si mostrerà minore che ora non ci sembra. — Sarebbe ben fatto lo arrischiare sopra un colpo di dadi la somma di tutte le nostre forze? Il mettere sì ricca fortuna sulla perfida eventualità di un’ora incerta? Ciò non sarebbe prudente: perocchè allora noi vedremmo a nudo, e toccheremmo al fondo delle nostre speranze, all’ultimo termine delle nostre fortune.
Doug. Nulla è più vero, è questo ne accadrebbe; mentre adesso ci rimane una specie di sopravvivenza piacevole. Noi possiamo spendere arditamente confidando nelle speranze venture: e ciò ne pone davanti una prospettiva consolante.
Hot. Sì, un riparo per salvarci se avviene che l’inferno e la corte contraria ci attraversino la via.
Wor. Malgrado ciò, vorrei che vostro padre fosse qui. La natura e il filo della nostra impresa non soffrono divisione. Vi sarà taluno che, ignorando la cagione della sua assenza, vedrà in essa la disapprovazione della nostra condotta, e crederà che la prudenza e la fedeltà al re abbia ritenuto il conte dall’unirsi a noi: ora considerate quanto una tale idea può nutrire il corso di una fazione inquieta e timida, e spargere dubbi sulla legittimità della nostra causa. Voi non ignorate che a noi, cui non è dato di sostenere il nostro partito che con offerte e promesse, diviene necessario di tener lontano dalla vista un pericolo troppo sensibile e troppo forte, e il chiudere ogni più lieve foro pel quale l’occhio della fredda ragione possa spiar l’importanza dei nostri mezzi. Questa assenza di vostro padre squarcia le bende e svela agli occhi dei nostri amici oggetti di terrore, ai quali non aveano per lo innanzi pensato.
Hot. Voi ite troppo lungi. Ecco piuttosto come interpreterei la sua lontananza. Essa dà di noi una più alta idea; e accresce più lustro e audacia alla nostra impresa. Imperocchè si dovrà pensare che, se soli, senza il suo soccorso, possiamo costituire un partito abbastanza grande per sommuovere il regno, coll’aiuto suo non potremo mancar di sconvolgerlo da cima a fondo. —