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228 ENRICO IV

colo di traffichi, che il vero coraggioso altro non è che un codardo. Allo spirito più fecondo, altro merito non resta che quella di valletto d’osteria, tutta la di cui scienza si mostra nella esposizione della lista del pranzo; e gli altri doni che appartengono all’uomo, al modo con cui la malvagità del secolo li volge in riso, non valgono più un bicchier di birra. Voi che siete vecchio, non tenete conto delle nostre facoltà giovanili: voi giudicate del calore del nostro fegato, dall’amarezza della nostra bile: ma noi che siamo nel bollore dell’età, pecchiamo talvolta, lo confesso per intemperanza.

Lord. Forse voi oserete porvi nel novero dei giovani, voi, su di cui la mano del tempo ha scritto in mille guise la decrepitezza? Il vostro occhio non è forse cisposo? Non è raggrinzita e scarna la vostra mano? Il vostro viso non è giallo? Non bianca la barba? Non incerta la gamba? Non grosso il ventre? Non rauca la voce? Non faticoso l’alito? Non doppio il mento? Non alienato lo spirito? Tutto infine non è in voi logoro dalla vecchiaia? E ardite farla da giovine; Vergogna, vergogna, sir Giovanni.

Fal. Milord, io nacqui tre ore dopo il pranzo colla testa bianca e il ventre già rotondo: la voce l’ho perduta per troppo cantar salmi. Io non vi darò altre prove di mia giovinezza: ma per verità, non son vecchio che di spirito, e chiunque vorrà scommettere mille ghinee con me a chi meglio corre, me le anticipi e gliene farò vedere. Intorno allo schiaffo che vi ha dato il principe, ve l’ha dato da uomo brutale, e voi l’avete ricevuto da gentiluomo. Io l’ho garrito allora perciò; e il giovine lione ne fa oggi penitenza, non colla cenere e il cilicio, ma coll’allegria e il vecchio vino di Spagna.

Lord. Il Cielo accordi al principe miglior compagno.

Fal. Il Cielo accordi al compagno un miglior principe. Non posso disfarmi di lui. Lord, Ebbene, il re vi ha divisi: so che voi andrete con Lancastro contro l’arcivescovo e il conte di Northumberland.

Fal. Sì, e ne son lieto; ma pensate almeno a pregare, voi che restate fra le braccia della pace, onde i nostri due eserciti non s’incontrino in un giorno caldo: perocchè, in fede mia, io non porto meco che due camicie, e non intendo di sudare stemperatamente. Se la giornata è calda, vuo’ non più sputar bianco in vita, se io brandisco altro fuorchè la bottiglia. San Giorgio! Non v’è opera pericolosa in cui io non sia posto. Ma alla fine non potrò durar eternamente. La pecca di noi inglesi fu sempre di avven-