Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/648

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ATTO QUINTO 287

nostro consiglio uomini sì savii, che il gran corpo dello Stato possa competere colla nazione meglio retta, e la pace o la guerra ne siano ugualmente alla mano. Voi, mio rispettabile padre (al Lord), avrete il primo posto in tale assemblea. Dopo la nostra incoronazione aduneremo, come dissi, i Pari del regno, e se il Cielo seconda le nostre intenzioni pel bene, alcun principe, alcun uomo non avrà mai motivo di dire: «abbrevi il Cielo almeno di un dì la fortunata vita di Enrico». (escono)

SCENA III.

Nella provincia di Glocester. — Il giardino di Shallow.

Entrano Falstaff, Shallow, Silenzio, Bardolfo, il Paggio e Davy.

Shall. Voi vedrete il mio orto, e sotto una pergola mangieremo alcuni dolci e alquante pere. Venite, cugino Silenzio..... e poi andremo a letto.

Fal. Pel Cielo! avete una bella e ricca abitazione.

Shall. Povera, povera, povera; tutto è mendicità, tutto è mendicità; sir Giovanni: l’aria sola vi è buona. Imbandisci, Davy, imbandisci; bene sta, Davy.

Fal. Questo Davy vi serve da valentuomo; egli è vostro valletto e vostro agricoltore.

Shall. Ottimo valletto, ottimo, ottimo valletto, sir Giovanni. — Per la messa! ho bevuto troppo a cena: ottimo valletto. Ora sedete, sedete: venite, cugino.

Sil. (canta) «Altro non faremo che mangiare e stare allegri, e lodando il Cielo del buon anno che ci dà; quando la carne è a prezzo mite e le donne son care, e i lascivi garzoni scorrono qua e là; si sta allegri, allegri, allegri».

Fal. Ecco un giovial uomo! Buon messer Silenzio, beverò un sorso alla vostra salute.

Shall. Date a messer Bardolfo un po’ di vino, Davy.

Dav. Dolce signore, sedete (a Bardolfo e al Paggio che stanno a un’altra mensa); fra poco sarò con voi. — Dolce signore, sedete. — Messer paggio, buon messer peggio, sedete. E pro vi faccia! Quel che vi manca in cibo, l’avrete in bevanda. Convien ci scusiate; che il cuore è tutto. (esce)

Shall. Allegro, messer Bardolfo; e voi, mio piccolo soldato, che veggo laggiù, statevi lieto.

Sil. (cantando) «Allegri, allegri, mia moglie è tutto, perocchè