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124 IL RE ENRICO VI


Gior. Hai còlto nel segno: non v’è migliore indizio d’una mente ferma che una mano incallita dal lavoro.

Holl. Oh lo reggo, lo veggo! V’è il figlio di Best, pellicciaio di Wingham.

Gior. Egli avrà la pelle dei nostri nemici per farne cuoio da cane.

Holl. E v’è anche Dick, il beccaio.

Gior. Allora il vizio sarà atterrato come un bue, e la gola dell’iniquità tagliata come quella d’un vitello.

Holl. E Smith, il tessitore.

Gior. Argo. Il filo della loro vita è consumato.

Holl. Vieni, vieni, uniamoci a loro.

(suono di tamburo; entrano Cade, Dick beccaio, Smith tessitore e molti popolani insorti)

Cade. Noi, Giovanni Cade, così chiamato da quello che ha riputato nostro padre...

Dick. (a parte) piuttosto per aver rubato un barile di arringhe 1.

Cade. (continuando)... Atterriremo i nostri nemici, avendo concepito il disegno di abolire re e principi... Comanda il silenzio. (a Dick)

Dick. Silenzio!

Cade. Mio padre fu un Mortimero...

Dick. (a parte) Uomo onesto, e buon muratore.

Cade. Mia madre una Plantageneta...

Dick. (a parte) La conobbi; era un’eccellente lavandaia.

Cade. Mia moglie discendeva dai Lacis...

Dick. (a parte) Era figlia veramente di un facitore di lacci e molti ne vendo.

Smith. (a parte) Ma ora essendo inabile a viaggiare colle sue merci è divenuta stiratrice alla parrocchia del circondario.

Cade. Perciò, popolo, voi vedete ch’io sono di un’onorevole discendenza.

Dick. (a parte) Sì, in fedel il campo è onorevole; e quivi egli nacque sotto una siepe.

Cade. Prode io sono.

Smith. (a parte) La miseria lo è sempre.

Cade. Posso indurar molte pene.

Dick. (a parte) Di ciò non è quistione; l’ho veduto tre giorni di seguito frustato in un mercato.

  1. Barile in inglese si dice cade.