Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/164

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ATTO PRIMO 155


Mar. Forzato! Sei tu re, e ti lasci forzare? Arrossisco d’intenderti. Oh sciagurato e timido uomo! tu ne hai perduti tutti, e fatto ti sei un rettore nella casa di York, nè regnar più potrai che schiavo di quella. A che sei tu riescito trasmettendo la corona a York e ai suoi eredi, se non a trascinarti da te stesso la tomba e a trascinarti verso di essa lungo tempo prima del termine de’ tuoi giorni? Warwick è cancelliere e signore di Calais; il feroce Faulconbridge comanda lo stretto del mare; il duca è Protettore del regno, e nondimeno ti credi salvo? Quella salute avrai che ha il tremante agnello circondato da’ lupi. S’io fossi stata qui, quantunque debole donna, i soldati avrebbero dovuto trafiggermi colle loro lancie, prima che consentito avessi all’atto obbrobrioso. Ma tu preferisti la vita all’onore; e vedendoti invilito a tal segno io fo divorzio da te, e mi divido di mensa e di letto, fino a che revocato non sia quest’atto fatale che rapisce il trono a mio figlio. I signori del nord che hanno maledetto i tuoi vessilli, seguiranno i miei ove vengano dispiegati: e dispiegati verranno con tua vergogna, e a ruina perpetua della casa di York. Così ti lascio: vieni, figlio, partiamo; il nostro esercito è pronto; noi lo seguiremo.

Enr. Fermati, gentil Margherita, e lasciami parlare.

Mar. Troppo parlasti già; vattene.

Enr. Buon figlio Eduardo, tu resterai con me?

Mar. Sì, per essere ucciso da’ suoi nemici.

Prin. Quando ritornerò vittorioso dal campo vi rivedrò; ora seguo mia madre.

Mar. Vieni, figlio, vieni; poco tempo ci resta.

(esce col principe)

Enr. Sfortunata regina! come l’amore che porta a me e al figlio suo l’ha fatta prorompere in parole di sdegno! Vendetta potesse ella ottenere di quell’odioso duca, il cui altero spirito infiammato dall’ambizione si posa costante sulla mia corona, e come aquila famelica si pasce delle membra mie e di mio figlio! L’abbandono di quei tre lórdi mi contrista; vo’ scrivere ad essi, e supplicarli con dolci parole; venite, cugino, voi sarete il messaggiere.

Ex. E ho fede che tutti li riconcilierò.

(escono)