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208 IL RE ENRICO VI


Gloc. Io credevo che almeno volesse dir di... re; o fe’ forse una beffa senza averne intenzione?

War. Un ducato, signore, non è un bel dono?

Gloc. Sì, veramente! per un povero conte: io ti servirò se mi farai un tal dono.

War. Fui io cho diedi il regno a tuo fratello.

Ed. Dunque è mio, quand’anche dono di Warwick.

War. Tu non sei un Atlante per un tal peso. Conoscendoti inetto, Warwick ti ritoglie il dono e riconosce Enrico per suo legittimo sovrano.

Ed. Ma il sovrano di Warwick è prigioniero di Eduardo: a dimmi, Warwick, esiste corpo senza capo?

Gloc. Oimè! il povero Warwick non ebbe previdenza, intanto che egli mulinava contro di noi, il re gli fu rapito di mano. Voi lasciaste il misero Enrico nel palazzo del vescovo, e v’è dieci a porre contr’uno che lo rivedrete alla Torre.

Ed. Così sempre avviene; ma voi siete anche Warwick.

Gloc. Su dunque, Warwick, prendi il tuo tempo, inginocchiati, inginocchiati. No? ah! batti ora che il ferro è caldo.

War. Vorrei piuttosto troncarmi questa mano con un colpo e gettartela con l’altra sanguinosa in volto, che portarla per difesa tua.

Ed. Veleggia finchè puoi, ed hai il vento e il flutto amici: questa destra t’avrà in breve divelto quel tuo orgoglioso capo, e col tuo sangue ancor fumante scriverà nella polvere questa sentenza: l’instabile Warwick fu così reso saldo! (entra Oxford con tamburi e bandiere ecc.) War. Oh diletti colori! Mira, Oxford che si avanza!

Ox. Oxford, Oxford, per Lancastro! (entra col suo esercito nella città) Gloc. Le porte sono aperte, entriamo noi pure.

Ed. Altri nemici potrebbero venirci addosso. Stiamo qui in buon ordinamento; che certo essi esciranno per dame la battaglia. Se questo non avviene, la città è di poca difesa, e in un istante coglieremo dentro di essa i traditori.

War. Oh sii il benginnto, Oxford! mestieri avevamo del tuo soccorso. {{Ids|((entra Montague con tamburi ecc.) Mont. Montague, Montague, per Lancastro! (entra col suo esercito nella città) Gloc. Tu e il tuo fratello sconterete questo tradimento col più prezioso sangue dei vostri cuori.

Ed. Quanto più arduo il cimento, tanto più grande la vit-