Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/240

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ATTO PRIMO 231

lezza che a ciò mi stimolò. Affrettati; fui io che trafissi il giovine Eduardo..... (ella accenna di ferirlo) ma fu il tuo volto celeste che a quell’opera mi spinse. (ella si lascia cader la spada) Riprendi la spada, o se noi vuoi, perdonami.

An. Sorgi, simulatore: sebbene desideri la tua morte, io non vo’ essere il tuo carnefice.

Gloc. Dunque comanda ch’io m’uccida da me, e ti obbedirò.

An. Questo già feci.

Gloc. Fu per collera ma dillo di nuovo, e al tuo detto questa mano, che per amore di te ti privò di uno sposo, per amor tuo ti priverà d’un altro più verace amatore. Complice tu allora diverrai della morte di entrambi.

An. Vorrei poter conoscere il tuo cuore.

Gloc. Esso ti è rivelato dalla mia lingua.

An. Li credo falsi entrambi.

Gloc. Allora alcun uomo non fu mai veritiero.

An. Bene, riponi la tua spada.

Gloc. Dimmi che è fatta la pace.

An. Questo saprai poscia.

Gloc. Ma debbo io vivere in speranza?

An. Tutti gli uomini fanno ciò.

Gloc. Degnatevi fregiarvi di questo anello.

An. Ricevere non è dare. (si mette l’anello)

Gloc. Mira come quell’anello sembra fatto pel tuo dito; in egual modo il tuo seno racchiuda il mio povero cuore. Portali entrambi, perocchè entrambi son tuoi: e se il tuo misero e divoto servo può ottenere un favore dalla tua mano generosa, tu l’avrai reso felice per sempre.

An. Qual è esso?

Gloc. Che vi piaccia di affidare la condotta di questo tristo convoglio a quegli che ha più motivo di adempiere a sì funesto dovere, e che andiate a riposare a Crosby. Allorchè io avrò solennemente fatto sepellire questo nobile re nel monastero di Chertsey, e bagnata la sua tomba colle lagrime del mio pentimento, verrò a raggiungervi coi sentimenti che son dovuti alla vostra virtù. Per molti motivi a me personali, ve ne scongiuro, accordatemi questa grazia.

An. Con tutto il cuore; e son lieta di vedervi pieno di rimorsi e di pentimento. — Tressen e Berckley, accompagnatemi.

Gloc. Ditemi addio.

An. È più che non meritate: ma poichè m’insegnate ad adularvi, immaginate ch’io ve l’abbia detta {{A destra|(esce con Tressen e Berckley)