Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/242

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ATTO PRIMO 233

ciò, in nome di Dio! siate fidevole, e festeggiatelo con liete parole.

Elis. S’ei fosse morto, che avverrebbe di me?

Grey. Non avreste altro danno che la perdita d'un tale sposo.

Elis. La perdita d’un tale sposo racchiude ogni altra sventura.

Grey. Il Cielo vi ha resa beata con un buon figlio che sarà la vostra consolazione, allorchè il re non vivrà più.

Elis. Ah! egli è fanciullo; e la sua infanzia è posta sotto la tutela di Riccardo Glocester, uomo che non mi ama, come non ama alcuno di voi.

Riv. È dunque decretato ch'ei divenga Protettore?

Elis. Questo fu deciso, sebbene non ancora decretato; ma così avverrà se il re dovesse mancare. (entrano Buckingham e Stanley)

Grey. Ecco i signori di Buckingham e di Stanley.

Buck. Buon giorno a Vostra Real Grazia!

Stan. Dio voglia spandere sulla Vostra Maestà la felicità e la gioia.

Elis. La contessa di Richemond, mio buon lord di Stanley, non farebbe eco al vostro voto. Nondimeno, milord, quantunque ella sia vostra moglie, e non mi ami, siate certo ch’io non vi odio per la sua superba arroganza.

Stan. Vi supplico, signora, o di non prestar fede alle parole calunniatrìci de’ suoi infidi e perfidi accusatori; o, se l’accusa racchiude qualche parte vera, di usare indulgenza alla debolezza di una donna, di cui i mali accrescono l’irritabilità, ma che non ha cuore malvagio.

Elis. Avete veduto il re oggi, milord Stanley.

Stan. Fui ora da lui insieme col duca di Buckingham.

Elis. Quale speranza del suo ristabilimento, signori?

Buck. Buone speranze, milady. Sua Maestà parla con allegria.

Elis. Dio gli conceda la salute! Vi intratteneste di affari?

Buck. Sì, signora: ed egli desidera di pacificare il duca di Glocester coi vostri fratelli, e i vostri fratelli col lord Ciambellano: ei gli ha fatti chiamar tutti dinanzi a sè.

Elis. Desidero che ogni cosa riesca a bene! Ma ciò non accadrà mai. — Temo che la nostra felicità non sia giunta al suo termine. {{A destra|(entrano Glocester, Hastings e Dorset)}

Gloc. Essi mi fanno oltraggio, ed io nol patirò. — Chi sono coloro che osano dire al re ch’io adopero con loro con asprezza, e che non li amo? Per san Paolo! ben poco amano Sua Maestà quelli che riempiono le sue orecchie di simili voci! Perch’io non