Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/248

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ATTO PRIMO 239


Buck. Cessate, cessate per vergogna, se non per carità.

Mar. Non mi parlate nè di carità nè di vergogna. Voi foste meco senza carità e senza vergogna: mi toglieste tutte le mie speranze. La mia carità è l’oltraggio, la vita la mia vergogna; e possa nella mia vergogna viver sempre la rabbia del mia dolore!

Buck. Basta, basta.

Mar. O nobile Buckingham, vo’ baciare la tua mano in segno di unione e di amicizia con te. Così la felicità segua te e la tua illustre casa! Le tue vesti non son tinte del sangue dei nostri, e tu non sei compreso nelle mie maledizioni.

Buck. No, nè alcuno di quelli che qui stanno vi è: le maledizioni spirano uscendo dalla bocca che le ha esalate per l’aere.

Mar. Io non so astenermi dal credere che esse s’innalzino fino al cielo, e che vi vadano a risvegliare l’Eterno, e la sua vendetta. Oh! Buckingham, diffida di questo perfido mastino, (accennando a Gloc.) allorchè esso accarezza morde, e il veleno del suo morso è mortale. Non immischiarti con lui in alcuna cosa; da lui ti guarda; il delitto, la morte e l’inferno hanno impresso sul suo volto il marchio dei reprobi; tutti i loro ministri camminano su i suoi passi.

Gloc. Che dice ella, milord di Buckingham?

Buck. Nulla che attiri la mia attenzione, mio grazioso lord.

Mar. Che! mi schernisci tu pel mio gentile consiglio, e blandisci il demone da cui ti esorto a stare in guardia? Oh! te ne rammenterai un giorno in cui il tuo cuore si spezzerà d’amarezza, in cui dirai che la povera Margherita avea predetto il vero. Vivete tutti schiavi del suo odio, com’egli del vostro, e ognuno di voi sia soggetto a quello di Dio. r

Hast. I miei capelli si rizzano udendo le sue imprecazioni.

Riv. Ed i miei pure; stupisco com’ella sia in libertà.

Gloc. Io non so biasimarla: per la santa Madre di Dio! ella ha sofferto troppo, e mi pento del male che le ho fatto.

Elis. Io mai non gliene feci, che almeno sappia.

Gloc. Voi avete nondimeno la prima parte delle sue maledizioni. Io fui troppo ardente nel servir qualcuno che ora mi obblia: e Clarenza in vero ne è ben ricompensato! Eccolo chiuso in una muda, dove viene impinguato per premio delle sue fatiche. Dio voglia perdonare a coloro che son cagione di tale ingiustizia!

Riv. Virtuosa e cristiana è la conclusione, pregando per coloro che ne han fatto male.